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La Corte d’Appello di Milano dà il via alla stepchild adoption

Storica sentenza del tribunale lombardo: sì ad una coppia di donne ed alla loro figlia

La Corte d’Appello di Milano, con una sentenza che si può definire storica, ha introdotto la stepchild adoption in Italia: la giustizia, insomma, ancora una volta sorpassa la politica in velocità… e con questa frase abbiamo detto tutto, tenendo conto dei tempi della giustizia italiana.

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La Corte d’Appello del tribunale lombardo, infatti, ha dichiarato efficace anche nel nostro paese un provvedimento di adozione spagnolo di una donna nei confronti della figlia della sua ex compagna: le due donne infatti si erano sposate e poi divorziate in Spagna. I giudici hanno quindi ordinato la trascrizione dell’atto di adozione spagnolo della bambina nata con la fecondazione eterologa nel paese iberico. La bambina, oggi ha 12 anni, avrà quindi il doppio cognome. A rendere nota la decisione è stata poco fa l’associazione di studi giuridici sull’omosessualità Articolo 29.

Non è “contrario all’ordine pubblico – dicono i giudici – un provvedimento straniero che abbia statuito un rapporto di adozione piena tra una persona non coniugata e il figlio riconosciuto del partner, anche dello stesso sesso”: in tal senso, hanno continuato i giudici, va valutato “l’interesse superiore del minore al mantenimento della vita familiare”.

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Con questo provvedimento i giudici ritengono che anche per la madre adottiva, oltre che per quella naturale, si debba riconoscere un legame familiare vero e proprio che arriva a riconoscere anche i nonni. La Corte milanese ha infatti preso atto che la minore “è stata adeguatamente amata, curata, mantenuta, educata ed istruita da entrambe le donne che hanno realizzato l’originario progetto di genitorialità condivisa, nell’ambito di una famiglia fondata sulla comunione materiale e spirituale di due persone di sesso femminile” e che la “adozione piena” corrisponde al suo interesse.

“La decisione rappresenta un nuovo momento di svolta – commentano i redattori di Articolo 29 -, che arriva peraltro nel momento in cui è sempre più accesa la discussione sull’inserimento nella legge sulle Unioni civili della possibilità di adozione dei figli nell’ambito di coppie dello stesso sesso (cd. stepchild adoption). Attraverso la trascrizione del provvedimento straniero viene riconosciuta, per la prima volta nel nostro Paese, una adozione piena, o legittimante, della minore da parte della sua mamma sociale e non soltanto una adozione cd. “in casi particolari”, con conseguente instaurazione di un rapporto genitoriale del tutto identico a qualsiasi altro rapporto genitoriale (anche nei confronti, ad es., dei parenti della madre sociale, che oggi vengono così riconosciuti pienamente nonni e zii della ragazzina). Pur rilevando l’impossibilità di disporre la trascrizione del matrimonio celebrato in Spagna fra le due mamme (per le ragioni già esposte dalla stessa Corte d’Appello di Milano in un recentissimo provvedimento) e, per conseguenza, del divorzio nel contempo intervenuto fra le due donne, la Corte ritiene invece meritevole di accoglimento la domanda di trascrizione nei registri dello Stato Civile, in base al disposto di cui all’art. 28 del predetto DPR, dell’ordinanza del giudice spagnolo che ha dichiarato l’adozione piena, con effetti legittimanti, della minore attribuendole anche il doppio cognome.”

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“Apprendiamo con sollievo dal portale articolo29.it della sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha disposto la trascrizione dell’adozione piena e legittimante di una bimba per la madre sociale, ex coniuge in Spagna della madre biologica, attribuendo perciò alla piccola il doppio cognome”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. “Finalmente – prosegue – dopo settimane di spiacevoli polemiche fuoritema, abbiamo l’opportunità di riportare il dibattito nel cuore della questione omogenitorialità e di occuparci, come sottolineano i giudici, dell’interesse superiore dei bambini e delle bambine, quelli che già esistono. Si noti allora che la Corte d’Appello di Milano ha ordinato la trascrizione dell’adozione piena e legittimante per la minore, non una forma di vincolo più debole, come invece accade nel ddl sulle unioni civili in discussione al Senato. In un dibattito a senso unico, che sembra ammettere solo ridimensionamenti all’attuale testo di legge, finalmente intravediamo la possibilità di una spinta verso l’alto. I bambini non si discriminano: riconosciamo legami solidi ad ogni figlio o figlia, anche a quelli con due papà o due mamme. A chi ancora tentenna sull’istituto della stepchild adoption chiediamo di mettersi una mano sulla coscienza e chiedersi piuttosto quanto quella legge sia ancora distante dalla piena uguaglianza e dal diritto superiore dei bambini di vedersi riconosciuti a pieno i propri affetti”, conclude Piazzoni.

Ci vede lungo invece, sebbene in modo critico, il senatore conservatore Luigi Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato: “incoraggerà le coppie omosessuali ad avere l’adozione all’estero per poi ottenerne l’automatico riconoscimento in Italia“. Di uguale segno contrario alla sentenza l’avvocato Anna Galizia Danovi, presidente del Centro per la riforma del diritto di famiglia: “Come è possibile riconoscere qualcosa che le nostre leggi non prevedono, anzi che appare in aperto contrasto con queste norme?», si domanda l’esperta. «In questo caso il dato che è alla base delle nostre leggi sulle adozioni viene completamente superato superato e addirittura sostituito da un’adozione legittimante che non sembra giustificata da alcuna norma del nostro ordinamento”