La cosiddetta "legge ammazza gay" si sta ripercuotendo negativamente sull’economia ugandese. A sostenerlo non sono le associazioni internazionali che hanno lanciato l’appello internazionale per bloccare il testo che, se approvato, istituirebbe la pena di porte per le persone omosessuali. La dichiarazione è arrivata, piuttosto, da Keith Muhakanizi, viceministro del Tesoro del governo ugandese, preoccupato per gli effetti negativi che l’approvazione di questa norma avrebbe sulla già fragile economia del paese.
"Non ho mai visto un paese come questo in cui i politici minano l’economia invece di rafforzarla" ha dichiarato al quotidiano locale "L’Osservatore".
Il ministro ombra Geoffreu Ekyana si è anche detto preoccupato del fatto che, in caso di approvazione della norma, alcuni paesi occidentali potrebbero bloccare il flusso di aiuti economici.
Il parlamento avrebbe dovuto discutere la norma prima di Natale, ma il dibattito è stato rimandato alla ripresa dei lavori dopo la pausa natalizia, ovvero al 4 febbraio prossimo.
Vale la pena ricordare che se venisse approvata, la norma introdurrebbe pene carcerarie pesantissime, fino all’ergastolo, anche soltanto per chi "tocca un’altra persona con l’intenzione di commettere atti di omosessualità". Inoltre, prevede la pena di morte per "omosessualità aggravata", ovvero se riguarda episodi reiterati o se cooinvolge persone sieropositive.
Già nel 2009 un testo simile rischiò di essere approvato, ma venne bloccato grazie alle pressioni internazionali.