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LA NEW ORLEANS GAY DOPO KATRINA

Riaprono i locali. Alberghi e affittacamere si riempiono di gente. Alcuni annunciano indimenticabili party per Halloween. E puntano al Mardi Gras di febbraio per decretare la rinascita.

NEW ORLEANS – Non provate a contraddire mai Stephanie Lee. Gli imprenditori gay impegnati nella ricostruzione di New Orleans che ignorino questo avvertimento lo fanno a loro rischio e pericolo. «Sono una transgender di un metro e novanta con le tette – dice Lee, imprenditrice ed ex-Marine – E ho un atteggiamento terribile se la gente non vuole cooperare con me».

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Lee, che è molto conosciuta e stimata nella comunità glbt di New Orleans. Si sta dando da fare un sacco in questi giorni per ricostruire e proteggere le attività gay. Ha spiegato che non lavora bene con la gente che si limita a dare consigli su come lei dovrebbe fare il lavoro standosene con le mani in tasca.
L’uragano Katrina ha spazzato via la sua casa ma lei si è messa alla guida di una imbarcazione ed è riuscita a salvare molti dei suoi vicini. «Guardatemi, la maggior parte delle persone non penserebbe che sono in grado di fare molte delle cose che faccio» ammette lei stessa.
La ricostruzione parte dai gayLee adesso vive con un amico nel Quartiere Francese e lavora tutto il santo giorno per risistemare la New Orleans gay. Secondo lei la maggior parte delle attività gay saranno pronte per Halloween e che il resto saranno di nuovo funzionanti per il Mardi Gras previsto per febbraio. La convinzione di Lee è condivisa da altri che hanno visitato il Quartiere Francese e il vicino Marigny dove si trovano la maggior parte dei locali gay. Sono le parti più vecchie della città e le più alte sul livello del mare perciò hanno evitato le ondate devastanti viste nel resto della città.

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Almeno due bar di New Orleans, il Good Friends Bar e il Cafè Lafitte in Exile, hanno garantito che il party di Halloween di quest’anno sarà “il più grande mai visto nel paese”. Potete leggere questa promessa piena di speranza sul sito del Good Friends Bar che presenta a ciclo continuo l’inno disco “You sexy thing” con il suo verso di punta “I beleive in miracles – credo nei miracoli”. Il Cafè Lafitte e Le Roundup hanno spianato la strada ad altri bar gay di New Orleans riaprendo ufficialmente al pubblico il 27 settembre.
DB, il manager del frequentato Phoenix Bar, dubita che la città possa essere pronta per una festa di Halloween. Secondo lui qualsiasi atmosfera di festa sarebbe compromessa da un senso di sconfitta. Ma, ha aggiunto, «penso che il sollievo psichico al Mardi Gras sarà misurabile sulla scala Richter». Ray Ruiz e il suo socio Kim Pedersen sono proprietari del B&B La Dauphine nel quartiere a predominanza gay Marigny. Come la maggior parete delle oltre tre dozzine di B&B gay-friendly dell’area, la loro proprietà se l’è cavata con danni relativamente minori. E dovrebbe riaprire in ottobre. John Ramsey e il suo socio Dewey Donihoo gestiscono il B&B La Maison Marigny su Bourbon Street; come Ruiz, anche Ramsey spera di aprire in ottobre e non pensa che ci saranno problemi a mantenere un tasso di frequentazione accettabile: «Penso che avremo dei clienti, gente dell’ente di assistenza e persone delle assicurazioni per i prossimi sei o dodici mesi, con i turisti che torneranno alla spicciolata».

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Gli fa eco Leigh Crawford, la proprietaria dell’Elysian Fields Inn: «Eravamo in Florida l’anno scorso quando arrivarono sia Frances che Jeanne (altri due uragani, ndr.) e ho scoperto che ogni stanza disponibile era prenotata per chilometri e chilometri. Penso che la stessa cosa accadrà a New Orleans. Ogni liquidatore assicurativo del paese sarà qui, per non parlare dell’ente assistenza e del gruppo ingegneri dell’esercito». Crawford dice che non vede l’ora che l’acqua e l’energia elettrica vengano ripristinati per poter tornare a lavorare. Ha aggiunto di essere stata piacevolmente sorpresa quando ha dato il primo sguardo al Quartiere Francese e al vicinato Marigny perché le cose stavano meglio di quanto si aspettasse.
Gli aiuti gay hanno fatto la differenzaLe attività gay di New Orleans sono grate per il sostegno che hanno ricevuto dalla comunità e non vedono l’ora di tornare a essere autosufficienti. DB, il manager del Phoenix Bar, parlava senza dubbio a nome di molti altri imprenditori quando ha detto: «Un caloroso grazie. Sono giunti migliaia di dollari in donazione. Tutti sono giunti direttamente alla mia gente e questo ha fatto la differenza tra la disperazione e la capacità di molti di noi di darsi da fare. Sono commosso da questo gesto di sostegno che ha reso possibile che io mi sentissi in grado di andare avanti».
Scott Graves, della Aaron Ingram Haus Guesthouse, recentemente è tornato a New Orleans per esaminare la sua attività. Ha subito pochi danni ed egli ha potuto notare che altre attività che ha visto nel Quartiere Francese o a Marigny sembrano aver tenuto altrettanto bene. Il solo locale gay che ha visto saccheggiato è stato il Cowpokes Bar. Il solo danno strutturale significativo che ha visto è quello del Phoenix Bar che ha perso il tetto. Che è già stato sostituito secondo il manager del locale, il cui proprietario era cambiato solo una settimana prima dell’apparizione di Katrina.

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Graves ha detto che la tempistica dell’uragano, giunto il lunedì prima del weekend del Southern Decadence (un party glbt molto frequentato) è stata fortunata. «Katrina ha colpito durante un periodo vuoto per i turisti – ha spiegato – Dovremmo essere grati che non abbia colpito durante il weekend del Southern Decadence. Altri 130.000 e più visitatori dell’evento sarebbero stati un problema ulteriore per le evacuazioni. Un tipo ha scherzato: ‘Tutte quelle parrucche! Tutta quella lacca! Tutta quell’acqua! Mio Dio che disastro!’. In quel momento non ero nello spirito per ridere. Da allora al massimo ho sorriso. Ma mi sono ripromesso di riconquistare il mio senso dell’umorismo anche se qualcosa si è distorto».
Venite a New Orleans, aiutate New OrleansGraves ha aggiunto che la cosa più importante che la gente può fare per aiutare New Orleans è di mettere da parte i soldi delle donazioni per un viaggio da queste parti dopo che le infrastrutture saranno di nuovo a posto e le riparazioni di base siano completate. Secondo la sua supposizione la città sarà pronta per i turisti in circa tre mesi. «Il modo migliore per aiutarci è di venire a mangiare il nostro cibo, godere della nostra gaylife e di soggiornare nei nostri hotel o affittacamere gestiti da gay. Noi festeggiamo alla grande ma sappiamo anche lavorare duro – prosegue – e non vediamo l’ora di guadagnarci un meritato ritorno».
Douglas Haller del Creole Inn ha detto che l’uragano Katrina potrebbe essere un punto di svolta per la comunità gay della città con l’industria del turismo gay che conduce sulla strada della ricostruzione. «Avanziamo convinti di fare la differenza nella storia della città – dice – e di prendere il posto giusto nella politica di una delle grandi città del Sud degli States».
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di Gay.com