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LA PAURA DI DIRLO

Qual è l"origine della paura che ci impedisci di rivelarci anche alle persone che riteniamo idonee?

Ho accettato la mia omosessualita" gia" da molto tempo, ho una relazione che dura da piu" di cinque anni, alcuni miei/nostri amici sanno di noi e il fatto ovviamente non mi crea alcun problema. Sto arrivando ad un punto in cui vorrei che anche altre persone lo sapessero..persone che fra l"altro nono hanno problemi ad accettare l"omosessualita"..perche" pero", al dunque, mi viene paura?

Francesco A.

A Francesco e a tutti coloro che leggeranno questa risposta.

Il percorso di accettazione di essere e di vivere la tua omosessualità mi sembra ad un buon livello se cioè ci si riferisce ad una certa mappa teorica psicologia statunitense. Vivi una relazione da diversi anni e hai un gruppo di amici con i quali puoi esprimerti liberamente. Per quanto riguarda la crescita personale, condivido con te quello che dici: " Sto arrivando ad un punto in cui vorrei che altre persone lo sapessero…" e comprendo che, se inserito in un discorso più ampio, il bisogno che hai può essere inteso come qualcosa di dinamico, che cambia col tempo, in espansione e, infatti, credo che ognuno di noi tende nel corso della propria vita, ad essere sempre più autentico, congruo e quindi a voler essere se stesso.

Ma al dunque, vale a dire nel momento in cui stai per decidere di dirlo, ecco che interviene un vecchio e conosciuto empasse, un blocco che chiami e connoti emotivamente come PAURA.

Vediamo e come posso aiutarti.

Credo, che il primo passo da fare sia accettarla, sì, proprio come facesti un tempo per la tua omosessualità, credo proprio che oggi dovrai fare di nuovo questo accettarla, albergarla dentro di te, è la base, il sine qua non per poterla superare, attraversare.

ll termine paura viene utilizzato per esprimere sia emozione attuale sia un"emozione prevista nel futuro, oppure una condizione pervasiva ed imprevista, o un semplice stato di preoccupazione e di incertezza. L"esperienza soggettiva e il vissuto fenomenico (quello che accade nel tuo corpo) della paura sono rappresentati, generalmente, da un senso di forte spiacevolezza e da un intenso desiderio d"evitamento nei confronti di un oggetto o situazione giudicata pericolosa.

L"esperienza della paura, nei casi più intensi, ha a che fare con una tensione corporea che può arrivare sino all"immobilità (l"essere paralizzati dalla paura).

I "perché" sono tanti e, diversi da persona a persona, dartene uno potrebbe essere poco appropriato e rischierebbe di essere una generalizzazione che magari non ti aiuta. Di solito paure di questo genere sono seguite dalla possibilità di RIFIUTO dell"altro/i e dalla conseguente perdita (reale o immaginaria) delle amicizie o delle persone alle quali vuoi, più o meno, bene.

Ti racconto di una mia paziente (eterosessuale) che voleva "aprire" il discorso (con un suo amico sapendo quasi per certo della sua omosessualità che però non dice, lo tiene nascosto) ma ha paura di parlarne! Dice di aver paura di entrare troppo in intimità e di "disturbare" la privacy. Ma, approfondendo l"argomento in seduta la vera paura era, ed è, quella del possibile rifiuto e la conseguente perdita dell"amicizia. Finora cosa ha fatto? Non ha ancora affrontato la questione nella relazione col suo amico, sta ancora elaborando. In ogni caso il loro rapporto per ora, è rimasto a metà e, intimo fino ad un certo punto, ma a lei sta bene così, per ora temporeggia, rimanda (chissà quando e se lo farà?).

Qui voglio rilevare come anche il fattore tempo e cioè quando dirlo ha una sua importanza. Quando ci si sente sicuri di poter affrontare e avere il coraggio di poter rischiare? Il fine, l"obiettivo per il quale si farebbe un tale passo, è o no importante? Credo di sì.

Di solito nel nostro approccio di gestalt-counseling (una metodologia, tra le tante, d"intervento psicoterapeutico centrata sullo stare "qui e ora"), si approfondisce quello che c"è "dietro" alle paure cercando di scoprire il reale bisogno personale.

Se mi permetti un suggerimento sarebbe utile che ti domandassi e andassi ad esplorare quale pericolo c"è sotto; ogni paura ha sempre un pericolo reale o immaginario che va accolto e ridimensionato.

E cioè:

– Cosa rischieresti se ti permettessi di dirlo?

– Quale pericolo fantastichi?

– Puoi permetterti un confronto con le persone alle quali lo dici?

– Sei pronto, eventualmente, a rinunciare a quel rapporto?"

UnO dei fattori fondamentali per superare la paura è la consapevolezza, che non è solo sapere le cose ma anche un sentire, un sentirsi pronti a, e solo attraverso di essa è possibile elaborare tale paura e ridimensionarla per poi, conseguentemente valutare come e se passare all"azione.

Se prendiamo "confidenza" con la paura, portandola allo scoperto e esplorandola con intensità e consapevolezza, può diventare una forza di trasformazione, aprendo in noi un pozzo di energie positive e auto-accettazione.

Per concludere volgio esprimere una mia paura: "IO ora scrivo, a chi mi legge in questo momento, di una mia paura, e mi prendo il coraggio di dirla qui & ora, …… ma, mi dico anche che la leggeranno altri, soprattutto chi non conosco, …. non so forse nessuno mi farà più le domande in LEO, oppure mi contatteranno per offrirmi sostegno e amicizia. ……….

Vabbè lo dico, rischio: HO PAURA DI RESTARE SOLO!

Dirvelo mi aiuta e m"incoraggia… per ora!"

di Maurizio Palomba