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La Spagna sempre al top nelle destinazioni gay in Europa

Il paese si conferma capace di attrarre turisti lgbt americani. Non male l’Italia.

La Spagna continua a vincere la battaglia europea del turismo gay. I turisti gay e lesbiche contribuiscono per circa 6 milioni di euro all’economia spagnola, secondo un rapporto reso noto il mese scorso da LGBT Capital, un’azienda americana di investimenti con un settore specializzato nel mercato gay. La Spagna continua a superare la Francia, che fattura col segmento LGBT circa 5,3 milioni di euro. In Europa, terza è la Germania, quarta il Regno Unito e ultima, almeno tra i cinque paesi europei presi in considerazione, l’Italia, che col turismo gay fa circa 4 milioni di fatturato all’anno.

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I gay spendono circa il 30 per cento in più in media rispetto tradizionali turisti in Spagna, secondo le stime del governo, portando valore ad un’economia in cui il turismo rappresenta il 12 per cento dei posti di lavoro. Mentre un numero crescente di paesi come la Francia e la Gran Bretagna stanno introducendo normative per la parità dei diritti e si promuovono ai turisti gay, la Spagna si mantiene in testa alla classifica, nonostante la leadership di Madrid sia conservatrice.

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La Spagna nel 2005 è diventata la terza nazione europea a legalizzare il matrimonio gay – dopo Belgio e Olanda – ed emergeva dall’ombra della dittatura del generale Francisco Franco, cattolicissimo, morto nel 1975. Ciò ha indubbiamente creato le condizioni per rendere la Spagna una appetibile meta turistica gay, dove il turista può sentirsi completamente rilassato sulla propria sessualità.
Gli Stati Uniti sono il leader mondiale, con oltre 190 milioni di euro di entrate.