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LE CONFESSIONI DI PLATINETTE

Un amore difficile con un uomo sposato. Il ‘sesso ad armi pari’. L’odio per la mondanità. La beneficenza per la Lila. In esclusiva per Gay.it, la Dragqueen si racconta.

E’ la drag queen dell’Italia intera. Sia che vocalizzi su radio Deejay, sia che sia ospite del Maurizio Costanzo di altri ameni show benedetti dal tubo catodico o dal satellite. Prova vivente di come il mondo dello spettacolo, così etero-purista, subisca forti fascinazioni dall’universo gay. E poco male che sia saltato "Casa Platinette", il talk show sul Grande Fratello. Alla faccia di chi gli vuole male Platinette fa salire gli ascolti di "Fascia Protetta", dal lunedì al venerdì alle 19.00 su (e questo è quasi un miracolo) "La 7".

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Come ti spieghi che, nella desolazione de "La 7", il tuo programma è l’unico con gli ascolti in crescita?

E’ un programma che fa le pulci alle trasmissioni televisive. La combinazione vincente è quella fra la presenza rassicurante di Roberta Lanfranchi e la mia, meno tranquilla. Anche se, alla fine, Roberta è molto spregiudicata, mentre io sono un moralista con molti dubbi.

Hai finalmente istituzionalizzato la tua vena perfida.

Non avendo padrini me lo posso permettere. Non si tratta di perfidia, ma di poter dar voce ad un’impressione, che è quella della gente comune. La televisione è, secondo me, un misto di correttezza e spregiudicatezza. Io mi sento un persona del popolo, che si fa domande sui personaggi televisivi. Quindi mi pareva bello condurre una specie di "sportello reclami", come "Fascia Protetta".

Parliamo di Grande Fratello?

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Mah, l’anno scorso ho avuto un’esperienza così bella. Difficile ripeterla. Pietro e Marina hanno lasciato qualche traccia. Questi qui ti comunicano chiaramente la loro voglia di guadagnarsi un posticino al sole. Piuttosto insipidi.

Tutti?

A parte Mascia, ovviamente. Per me che ho frequentato per anni la riviera romagnola è un modello conosciuto, un prototipo. E’ lei il vero uomo della casa, il nuovo Taricone. Parla poco, ma quando lo fa lascia il segno. Come quando si lamenta perché non le hanno dato nessuno decente per fare sesso.

Sei diventato un personaggio richiestissimo nelle serate mondane.

Ma io non mi presto. Esco di rado ed ho una profonda repulsione per le occasioni del bel mondo. Vado alle feste di beneficenza, specie per la Lila. C’è chi dice che non si dovrebbe dire quando si fa beneficenza. Io lo dico, perché no?

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La sera a casa, allora?

A letto con un buon libro, o con qualcuno. Non che la popolarità mi faciliti le conquiste, però. Questo genere di popolarità mi abbassa la libido. Anche perché non mi piace ricevere le attenzioni di qualcuno solo perché sono un volto noto. Il sesso mi piace farlo ad armi pari. Mi sentirei avvilito. Mi sembrerebbe di fare come quelli che vanno a Cuba per cuccare!

C’è qualcuno nella tua vita?

Ebbene sì. Ho una persona alla quale penso. Che però vive con una donna, ha una storia con una donna! La quale, manco a dirlo, non sa nulla di me. Non so se sono attanagliato dai condizionamenti della morale, ma questa situazione mi imbarazza. Del resto lui mi dice che chiarirà la situazione. Io non gioisco certo di questa sua doppia vita. Avrei voluto evitare di interpretare la parte dell’amante. Però, forse, questo dolore è un altro modo di mettermi alla prova.

di Paola Faggioli