Le due facce dell’Unione Europea sui Gay Pride - RigaProtest - Gay.it Archivio

Le due facce dell’Unione Europea sui Gay Pride

Mentre a Berlino quasi mezzo milione di persone ha invaso la città per la marcia GLBT a Riga, in Lettonia, lancio di escrementi contro gli attivisti omosessuali dopo il divieto alla manifestazione.

L’Europa è unita dal punto di vista formale ma il week end appena trascorso ha messo in evidenza l’enorme divario che ancora separa gli Stati membri in tema di diritti civili. Sabato pomeriggio a Berlino circa 450 mila persone si sono riversate nelle vie del centro per partecipare e assistere alla sfilata del Christopher Street Day, annuale marcia dell’orgoglio GLBT (Gay, Lesbico, Bisessuale e Transgender). Una cinquantina di carri colorati e festanti ha animato le grandi vie commerciali e piazze della capitale tedesca per concludersi alla Colonna della Vittoria del parco del Tiergarten, dove si sono tenuti i discorsi di chiusura. Erano presenti politici di primo piano di entrambi gli schieramenti, a cominciare dai due uomini politici che si sfideranno in settembre nella corsa per il nuovo sindaco della città, l’attuale primo cittadino Klaus Wowereit (Spd), peraltro gay dichiarato, e il conservatore Friedbert Pflueger (Cdu).
Situazione del tutto ribaltata nella capitale di un altro stato dell’Unione Europea: a Riga, capitale della Lettonia, il consiglio comunale ha vietato la manifestazione del Gay Pride e un tribunale locale, al quale si erano rivolti gli organizzatori, ha confermato venerdì la decisione. I rappresentanti della comunità GLBT locale avevano deciso di rispettare le decisioni delle autorità e di cancellare la sfilata, ripiegando su una piccola cerimonia religiosa che aveva trovato le porte aperte di una chiesa Luterana Anglicana nella giornata di sabato. All’uscita della funzione alcuni dei partecipanti, tra i quali l’europarlamentare olandese Sophie Int’veld, sono stati investiti dal lancio di uova, pomodori ed escrementi ad opera di manifestanti razzisti e omofobi. Il reverendo Maris Sants ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che la polizia era stata avvertita ma che non ha organizzato nessuna protezione. Nella serata attivisti delle associazioni di varie nazioni erano stati bloccati da isterici protestanti all’interno di un albergo della città e altri inseguiti anche sulla via dell’aeroporto. Alla fine degli atti vandalici contro la minoranza GLBT le autorità di polizia hanno comunicato di avere arrestato 14 persone. Il Ministro dell’interno dello stato baltico Dzintars Jaundzeikars ha detto che alcuni di questi “istigatori” parlavano russo.
Questo tipo di atteggiamenti omofobi che sfocia in atti di aperta violenza sta diffondendosi nei paesi dell’est europeo, non solo in Lettonia ma anche in Polonia e in Russia. «L’omofobia cresce in un clima di paura e d’odio» ha commentato Sophie Int’veld, aggiungendo che ci sono alcuni governi dell’UE che «stanno buttando i diritti umani fuori dalla finestra. La maggioranza degli europei è democratica. Dobbiamo parlare a voce più alta altrimenti lasceremo spazio ai bigotti, agli estremisti e a coloro che cercano la violenza. È un test per l’Europa.» (Roberto Taddeucci)