LE NOZZE GAY CONTINUERANNO - gaymarriage 2 20 8 - Gay.it Archivio

LE NOZZE GAY CONTINUERANNO

Un altro giudice rifiuta di far cessare il rilascio di licenze a gay e lesbiche. Schwarzy si arrabbia e chiede al Ministro di intervenire. La risposta: “Vada a dirigere Terminator 4”.

SAN FRANCISCO – Ancora una vittoria per la campagna a favore dei matrimoni omosex a San Francisco: un secondo giudice cittadino, infatti, ha respinto venerdì scorso una richiesta di un ordine urgente che interrompesse l’emissione di licenze matrimoniali destinate a coppie omosessuali. Gay e lesbiche, pertanto, potranno continuare a sposarsi a San Francisco. Da venerdì 13 febbraio, quando il Municipio di San Francisco ha cominciato a rilasciare licenze per gay e lesbiche, sono più di 3,200 le coppie che si sono unite in matrimonio. Inoltre, il giudice ha accorpato due diversi processi in uno solo, ammettendo all’interno del processo l’associazione glbt Equality California.
L’udienza di venerdì doveva riguardare una richiesta di intervento avanzata da Randy Thomasson della Campaign for California Families (CCF). La CCF è la seconda organizzazione anti-gay che apre un processo contro la Città di San Francisco per la vicenda delle licenze matrimoniali agli omosessuali; all’inizio della scorsa settimana, si era già tenuta un’udienza nell’ambito del caso presentato dal Proposition 22 Legal Defense Fund, ma anche in quel caso il giudice si era rifiutato di emettere un’ingiunzione per una sospensione immediata del rilascio delle licenze. In seguito all’udienza di venerdì scorso, i due processi proseguiranno come un solo caso.
La prossima udienza si dovrebbe tenere il 29 marzo, e fino ad allora, il municipio di San francisco dovrebbe poter continuare a rilasciare licenze matrimoniali anche a coppie gay e lesbiche, facendo ulteriormente arrabbiare il governatore della California, Arnold Schwarzenegger che venerdì aveva chiesto al ministro della Giustizia dello stato della California di intervenire con urgenza.

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«La nostra società civilizzata e il nostro sistema legale si basano sul rispetto e l’aderenza alle regole della legge – scrive Schwarzy nella lettera indirizzata al ministro democratico Bill Lockyer – L’infelice scelta della città e della provincia di San Francisco di non rispettare la legge dello stato e di accordare certificati di matrimonio a coppie gay, mina direttamente queste garanzie fondamentali».
«Come ministro di Giustizia – scrive ancora il governatore repubblicano – lei ha l’autorità per intraprendere un’azione legale per richiedere alla Città e alla Provincia di San Francisco di conformarsi alle leggi dello Stato».
Bill Lockyer non ha gradito particolarmente la richiesta di Schwarzenegger, e l’ha respinta con forza: «Il governatore può dirigere la Polizia Stradale. Può persino dirigere il prossimo film ‘Terminator 4’, se lo desidera. Ma non può dirigere il Ministero della Giustizia nel modo in cui ha cercato di fare» è stata la risposta del Ministro, che ha definito la lettera di Schwarzenegger “una dichiarazione pensata per la convention repubblicana” che si è svolta appunto venerdì scorso.
Intanto anche altre città statunitensi cominciano a seguire l’esempio di San Francisco: alcuni funzionari di una provincia del New Mexico hanno dichiarato venerdì scorso di aver rilasciato la loro prima licenza matrimoniale omosessuale, aggiungendo che lo stato potrebbe diventare il prossimo campo di battaglia in merito alla questione delle nozze gay.
Dozzine di coppie gay e lesbiche si erano messe in fila venerdì davanti al Palazzo della Provincia di Sandoval, una piccola zona rurale del New Mexico, dopo che la funzionaria Victoria Dunlap aveva iniziato a rilasciare licenze alle coppie omosessuali. Ma poche ore dopo il Ministro della Giustizia del New Mexico, Patricia Madrid, dichiarava non valide le 26 licenze rilasciate dalla Dunlap: «Finché le leggi non vengono cambiate attraverso un processo legislativo o dichiarate incostituzionali da un processo giuridico, esse limitano il matrimonio nel New Mexico a un uomo e una donna» ha scritto la Madrid, una democratica, in una lettera indirizzata al Senatore dello stato Timothy Jennings.