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LE OMOFOBIE INTERIORIZZATE

All’interno delle discipline correlate alla psicologia di soggetti omosessuali, le omofobie interiorizzate hanno un peso notevole; vediamo quale.


Vorrei sapere dove trovare del materiale sulle omofobie interiorizzate. Sono una psicologa che segue delle pazienti lesbiche che vorrebbero vivere con più pienezza e soddisfazione le loro relazioni sessuali e amorose. Possono bastare le mie conoscenze sulle relazioni intime in generale per aiutarle? Cosa ne pensate voi? Ho letto qualcosa sull"argomento, ma trovo molto sui gay e pochissimo sulle lesbiche.

In attesa di una vostra risposta vi ringrazio anticipatamente.

Simona

Cara Simona,

è amaro constatarlo, ma in Italia lungo il percorso di studi degli psicologi e durante il periodo di tirocinio degli psicoterapeuti i temi riguardanti l’omosessualità non vengono quasi mai affrontati. Non esistono programmi specifici nell’ordinamento didattico delle scuole di psicoterapia, e l’incontro con le problematiche legate ai gay o alle lesbiche è quasi sempre occasionale. Sarebbe invece molto importante inserire nei programmi di studio corsi specifici sulle questioni relative all’omosessualità e all’omofobia: un obiettivo fondamentale per consentire agli psicoterapeuti di confrontarsi in modo adeguato con l’omosessualità.

Sarebbe utile che tali corsi includessero, ad esempio, i seguenti contenuti: validi argomenti a confutazione delle teorie tradizionali sull’omosessualità (ad esempio, quella psicoanalitica); strumenti che consentano allo specialista di capire quando l’orientamento sessuale debba essere il nucleo centrale della terapia o solo uno dei tanti aspetti; introduzione di insegnamenti che approfondiscano in modo specifico il delicato processo di formazione dell’identità degli omosessuali e aiutino gli psicoterapeuti ad affiancare in modo corretto i propri pazienti che intraprendono il delicato cammino del coming out.

Inoltre, anche all’interno del tirocinio professionale sarebbe auspicabile introdurre la conoscenza del mondo degli omosessuali, in modo che non siano i clienti stessi a dover accollarsi in seguito l’onere di educare i propri terapeuti!

Poiché al momento non esistono sistemi formativi istituzionali che approfondiscono il tema dell’omosessualità, anche gli psicoterapeuti sono vittime dei loro sentimenti omofobici, e quindi loro stessi non possono evitare di fare sgradevoli e improduttive generalizzazioni o di accomunare il mondo gay e il mondo lesbico (quando invece esistono profonde differenze tra i due).

Per uno specialista della salute mentale è senz’altro essenziale la frequentazione degli ambienti omosessuali e la conoscenza diretta di gay e lesbiche. Ma è altrettanto importante educarsi attraverso lo studio, che però può essere fatto principalmente su testi inglesi e americani. Purtroppo in Italia non c’è molto materiale sull’omofobia interiorizzata. Posso suggerire un mio recentissimo libro pubblicato da McGraw-Hill, Psicoterapia con clienti omosessuali, in libreria dal 15 ottobre. Al suo interno c’è un intero capitolo dedicato all’omofobia, altre pagine su come l’omofobia interiorizzata si riflette su patologie quali la bulimia e l’alcolismo, e su quello che gli psicoterapeuti devono conoscere sull’argomento.

Un altro aiuto può essere ottenuto attraverso la supervisione di colleghi che hanno maggiore esperienza. Colgo l’occasione per mettermi a disposizione di qualsiasi collega che volesse farmi delle domande, anche privatamente, perché sarei molto contenta di poter mettere a disposizione e condividere la mia esperienza conoscitiva e la pratica clinica maturata in molti anni.

di Antonella Montano