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LE ORIGINI DELLA CONDANNA

Un lettore chiede di sapere quali sono le origini dottrinali della condanna della Chiesa nei confronti dell’omosessualità.

So che nella Bibbia ci sono solo 4 o 5 punti in cui il comportamento omosessuale è condannato (Genesi, Levitico, Deuteronomio, Lettera ai Romani), ma solo uno di questi passi appartiene al Nuovo Testamento (San Paolo).

Come bisogna valutare tale condanna? E" solo un condizionamento storico, o una posizione universale? Io sono gay e ho un ragazzo con cui ci amiamo: posso accedere ai sacramenti cattolici, in cui credo?

Le ragioni per cui il Magistero ufficiale della Chiesa cattolica afferma che la pratica omosessuale è peccato non si fondano né esclusivamente, né principalmente sui passi della Bibbia a cui la domanda fa riferimento. Un peso molto più rilevante viene attribuito, ad esempio, ai racconti della creazione in cui si parla della bipolarità dell’essere umano maschio-femmina e del fine della procreazione. Inoltre la dottrina sull’omosessualità è legata molto strettamente a quella sul matrimonio.

A proposito dell’uso della citazione biblica, però, vorrei fare alcune considerazioni di carattere più generale che aiutano a inquadrare meglio anche la problematica relativa ai versetti specifici. Spesso si isolano singole affermazioni e si usano come prova della verità o della falsità di un’affermazione, della liceità o illiceità di un’azione. Fino a qualche tempo fa quest’uso letterale e segmentato della Bibbia era esteso praticamente al suo intero contenuto. E’ a tutti nota l’opposizione a Galilei e alla teoria eliocentrica da parte della Chiesa perché nella Bibbia c’è scritto, a un certo punto, “fermati o sole”. Oggi nessuno sosterrebbe più che la Bibbia ha valore di verità scientifica. Diverso è il discorso quando si tratta di argomenti legati alla fede o al comportamento dei credenti. In questo campo, la Bibbia non può non avere un valore di verità per chi vi crede. Anche in questo caso, però, ci sono delle cose che vanno chiarite. La Bibbia non è un codice giuridico dove tutta la materia è suddivisa in singoli articoli e tutto sta a trovare quello che fa al caso; non è un elenco di precetti da soddisfare e prescrizioni da osservare. La Bibbia è una storia di salvezza, la storia che si rende viva e attuale in ogni momento della storia e per ogni persona. E’ un dialogo che Dio inizia con un popolo e con ognuno. C’è un passo molto bello del profeta Isaia in cui Dio dice: «su, venite e discutiamo». Ogni singola affermazione della Bibbia è parte di questo dialogo e isolarla rischia di snaturare il dialogo stesso. Prima di arrivare al “fino a questo punto è lecito, oltre questo limite no”, io credo che bisogna entrare nel clima di dialogo e di confronto che è proprio delle Scritture. Sant’Agostino diceva: “Ama e fa ciò che vuoi”. Questo non è certo un invito alla deregulation totale, a vivere al di là del bene e del male o come se chiunque potesse decidere nella soggettività più assoluta cosa è bene e cosa è male. E’ un invito, invece, a partire con il piede giusto, quello dell’amore, cioè dell’uscita da sé e dell’apertura all’altro.

di Don Vitaliano