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Lista outing: aperta l’inchiesta, ma si annuncia iter lungo

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per “illecito trattamento dei dati sensibili”. La polizia postale a caccia degli autori del post che però sarebbero in California.

Nonostante le notizie circolate immediatamente dopo alla pubblicazione dell’ormai nota lista outing, venerdì scorso, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per illecito trattamento dei dati sensibili attineti alla sfera sessuale, specificatamente in riferimento all’art. 167 del codice sulla privacy.
Titolare dell’inchjiesta è il procuratore aggiunto Nello Rossi insieme al sostituto Eugenio Albamonte.

Adesso, su delega dei magistrati, la polizia postale dovrà accertare da dove sia stata pubblicata la lista, anche se è cosa ormai nota che il post abbia avuto origine in California. Naturalmente, questo significa che inquirenti e invetigatori vanno incontro ad un complesso iter di rogatorie internazionali, mentre non è ancora chiaro se qualcuno dei dieci portagonisti dell’outing vorrà sporgere denuncia per diffamazione.

Intanto, sulla vicenda arriva anche il commento di Antonio di Pietro, leader dell’Idv. "Al di là del falso che può contenere la lista in sé, è immorale che diritti civili e fondamentali vengono messi così alla berlina. Oggi il vero problema – ha aggiunto – non è essere gay o non essere gay, è che in Parlamento c’è la maggior concentrazione di persone con problemi di giustizia. Il 12% circa, roba che neppure in un campo di zingari vecchio stampo si trovano situazioni di questo genere e quindi la maggiore aggregazione ad aspirazione criminali la si trova all’interno delle istituzioni".