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Lo spettacolo del Pride di Amsterdam

Spettacolo arcobaleno lungo i canali. Ospiti, ministri, sportivi. I veri protagonisti, però, sono i cittadini della capitale e i turisti che accorrono da ogni paese per partecipare all’evento.

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Amsterdam e i suoi canali si sono trasformati in una marea rosa e arcobaleno per l’annuale gay pride. Decine di migliaia le persone che vi hanno preso parte: famiglie gay e etero, bambini compresi. La parata, unica al mondo per modalità in cui si svolge, è fatta dalle barche addobbate per iniziativa di locali commerciali, associazioni e enti governativi presso il porto della città.

Da lì è iniziata la festa alla quale, per la prima volta, ha preso parte quest’anno anche una delegazione di star del calcio olandese che ha visto protagonisti il tecnico Louis Van Gaal e tra gli altri gli ex giocatori Patrick Kluivert e Ronald de Boer, intenzionati a lanciare un messaggio contro l’omofobia nel mondo sportivo. «Vogliamo inviare un segnale affinché venga accettata l’omosessualità nel mondo» del calcio, ha detto Van Gaal spiegando la decisione di partecipare all’evento. Sulla barca organizzata dalla Federcalcio olandese ha manifestato anche uno dei pochi ex calciatori dichiaratamente omosessuali, Wensley Garden dell’Helmond Sport.

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Tra la folla ai bordi dei canali che partecipava alla festa, anche gruppi che manifestavano in solidarietà al popolo russo, schiacciato da un’omofobia di Stato sempre più soffocante e dalle leggi omofobe di Putin che vietano persino il coming out in pubblico. Una situazione così lontana dall’Olanda eppure così nel cuore di un popolo caldo, a dispetto della latitudine, come quello del paese dei tulipani. Fra le altre personalità, sui battelli, anche il ministro delle Finanze e presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, che ha partecipato al pride assieme ad alcuni membri del Partito laburista di centrosinistra. Il gruppo ha manifestato su una barca dove si indossavano magliette con la scritta “Diritti gay per la Russia”.

Un italiano non può che stupirsi davanti a manifestazioni di solidarietà come questa e le altre messe in campo dalla polizia, ad esempio, o dall’esercito, o dai partiti politici di tutto l’arco parlamentare. Tutto nella norma, invece, per questo straordinario paese, il primo a riconoscere il matrimonio gay nel 2001 e capace con questa manifestazione di attarre cittadini bel al di fuori dei confini nazionali. L’evento è infatti considerato patrimonio mondiale della cultura lgbt e ne sono una prova i numeri che le strutture alberghiere registrano nei giorni del pride. Il direttore dell’Amsterdam Marriot Hotel, vicino alla centrale Leidseplein, spiega che da anni accoglie i turisti gay e lesbiche nella sua struttura per farli sentire a casa loro: la hall in effetti è piena di “gay maps”, volantini degli eventi rainbow e tutti gli operatori ai desk sono pronti per dare informazioni utili a chi voglia vivere la Amsterdam arcobaleno. Amsterdam non è soltanto in Europa ma ne costituisce il cuore grazie alla sua politica inclusiva.

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