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Marino firma un’intesa con Mosca. Il Roma Pride: “Sconcertati”

Un accordo “incomprensibile” per le associazioni che dal comune vogliono anche altro.

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Un protocollo d’intesa tra Roma e Mosca, in un momento storico non semplice per la Russia, è stato firmato ieri in Campidoglio dal sindaco di Roma Ignazio Marino e e quello moscovita Sergey Sobyanin. Un accordo, per sviluppare relazioni di amicizia e cooperazione in particolare nei settori commercio, urbanistica e architettura, cultura, turismo, potenziamento del servizio pubblico e sicurezza degli spazi pubblici, che non è piaciuto alle associazioni lgbt romane che in queste ore si preparano a dare il via ufficiale alle manifestazioni per il Roma Pride.
In un comunicato appena diffuso, il coordinamento Roma Pride si dice sconcertato da un accordo che appare “incomprensibile in un momento così delicato in cui la Russia è sotto i riflettori per le violazioni dei diritti umani e delle persone lgbtqi”.

“Come Roma Pride – si legge nella nota-, non possiamo non ricordare che proprio l’amministrazione comunale moscovita vieta da anni lo svolgimento dei Pride nella capitale russa reprimendo con estrema violenza i manifestanti e violando così i più elementari diritti alla libertà di espressione e opinione”.

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Ma l’accordo con Mosca non è l’unica scelta dell’amministrazione comunale che desta preoccupazione nel coordinamento Roma Pride. O forse sarebbe meglio parlare di “non scelte”.
“A poche ore dal via ufficiale del Roma Pride, che domani sarà presentato nella Sala Pietro da Cortona dei musei Capitolini – spiegano gli attivisti -, ci preme ricordare come, dopo tanti rinvii, il Consiglio Comunale di Roma non è stato ancora in grado di mantenere gli impegni rispetto all’approvazione del Registro delle Unioni di Fatto. Da mesi chiediamo al Presidente Mirko Coratti di consentire la calendarizzazione di questa delibera senza ottenere risposte concrete”.

E anche alla luce dei risultati delle Elezioni Eurpee , che hanno visto un gran numero di candidati friendly conquistare un posto a Bruxelles, lo sprone alla classe politica arriverà dal Roma Pride ancora più forte. Lo slogan scelto, infatti, è “Adesso fuori i diritti”. “Ci rivolgiamo alla classe politica che alle promesse non è in grado di far seguire i fatti – continuano -. Il Registro è stato un preciso impegno elettorale della maggioranza capitolina ed è responsabilità di tutti vigilare perché questo venga mantenuto”.

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Eppure, proprio il sindaco Marino aveva fatto sapere qualche settimana fa che parteciperà al corteo del 7 giugno prossimo .
“Il Comune di Roma in questo anno ha fatto segnare diversi passi avanti, mettendo in campo politiche e interventi innovativi ed importanti – precisa il coordinamento -. Per non disperdere o stemperare questo impegno adesso è necessario un cambio radicale di cultura politica su questi temi che rimetta al centro la dignità e i diritti umani”.