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Marocchino gay a rischiodi rimpatrio: appello di Arcigay

Il ragazzo è detenuto in CIE e rischia di essere rimandato in Marocco nonostante la richiesta di protezione internazionale. La Commissione territoriale tarda a notificare la decisione.

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In una nota diffusa nel pomeriggio, Arcigay esprime grande preoccupazione per il rischio di rimpatrio di K.,cittadino marocchino gay trattenuto in un CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione), e che ha fatto richiesta di protezione internazionale sulla quale si è presumibilmente espressa positivamene la Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Torino.
La causa del trattenimento di K. e del rischio di rimpatrio è data  dal fatto che, nonostante numerose richieste avanzate dalla sua avvocata, la Questura dal maggio 2010 non ha ancora notificato a K., che era in carcere, la decisione della Commissione Territoriale.

Il caso è stato sollevato dagli avvocati Raffaele Miraglia e Barbara Spinelli che lo assistono. A fargli rischiare l’espulsione sarebbe una mancata notifica da parte della Questura: "Il caso è frutto della pervicace omissione di compiere un atto dovuto da parte di qualche poliziotto dell’Uffcio Asilo della Questura di Bologna (doveva fare una notifica) – ha spiegato l’avvocato Miraglia – e dell’omissione da parte del Tribunale di Sorveglianza di prendere in esame la richiesta di sospensiva dell’espulsione inoltrata con l’appello del 20 aprile 2011". "Sul caso – ha aggiunto Miraglia – è intervenuto ieri sera l’Alto Commissariato per i Rifugiati, che ha richiesto notizie in Questura".

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Il legale ha reso noto che questa mattina ha inoltrato un ricorso urgente alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la quale ha già richiesto all’Italia di fornire copia della decisione con cui è stato concessa la protezione umanitaria al cittadino marocchino. La vicenda cominciò nel 2009 quando l’avvocato Spinelli venne contattata da un operatore dell’ufficio migranti dell’Arcigay per assistere K. nella presentazione della richiesta di protezione internazionale, motivata dalla persecuzione per motivi di orientamento sessuale. Il marocchino all’epoca era detenuto con una condanna per detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Venne avviata la procedura di protezione internazionale e nell’ottobre 2009 K. uscì dal carcere, e consegnò alla Questura di Bologna la domanda per la procedura di asilo politico.

K. non dovrebbe essere neppure trattenuto e, come ogni richiedente asilo, è inespellibile, cioè ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 25/2008 ha diritto a rimanere sul territtorio dello stato per tutto il tempo della procedura di riconoscimento.
Se K. tornasse in patria sarebbe esposto a gravissimi rischi. Arcigay ha già allertato CEDU e ACNUR , "ma rivolgiamo un appello alle Istituzioni e a tutte le forze politiche – continua la nota – perchè intervengano il più presto possibile a salvaguardia della vita e della libertà di questo ragazzo".