Il movimento lgbt di rado ha aspettato con apprensione l’arrivo di una data. E’ successo per il destino del disegno di legge sui DiCo e successivamente per il voto della Camera sulla proposta di legge contro l’omofobia. Oggi, gay e lesbiche aspettano l’arrivo del 23 marzo, giorno in cui i 15 giudici della Corte Costituzionale dovranno pronunciarsi sulla costituzionalità o meno del matrimonio fra persone dello stesso sesso.
In vista di quella data, i promotori di Affermazione Civile, l’iniziativa che ha spostato la battaglia per i diritti civili dalle aule parlamentari a quelle giudiziarie, hanno messo in piedi un comitato dal nome inequivocabile "Sì lo voglio". "I tempi sono maturi per proporvi la creazione di un fronte comune a favore del riconoscimento del diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso", dicono i promotori. "Dobbiamo unirci e attrezzarci per i prossimi mesi in vista dell’imminente pronunciamento della Corte Costituzionale, previsto per il 23 Marzo, affinché vengano colte nel modo migliore tutte le opportunità di parlare all’Italia e alla sua classe dirigente su questo tema. Per questo sono necessarie risorse umane ed economiche consistenti, che vanno molto al di là delle forze di ogni singola organizzazione."
Lo scopo è quello di raccogliere "tutte le realtà e le singole persone che in Italia credono in questo obiettivo e che vogliono impegnarsi per raggiungerlo. Un Comitato che lavori in assoluta trasparenza per unire paritariamente tutte e tutti coloro che credono in questa battaglia, offrendo uno strumento di lavoro che vada oltre le singole bandiere di associazioni o partiti".
Il primo appuntamento sarà domenica 21 marzo in Piazza SS. Apostoli alle ore 17:30, un giorno che segna "l’inizio della primavera, il giorno in cui si festeggia l’uscita dai rigori invernali e si accoglie la luce che prende il sopravvento sul buio; in tale data, naturalmente simbolica, abbiamo deciso di raccoglierci in piazza per dare il benvenuto a questa sentenza che, comunque vada, sarà un evento epocale per il nostro Paese, in cui fino a poco tempo fa sarebbe stato impensabile anche solo osare ipotizzare un matrimonio fra due donne o due uomini".
"Chiediamo a chi interverrà di portare con sé, oltre alle bandiere rainbow, quelle delle associazioni e delle forze politiche, soltanto una fiaccola, un fiore o un bouquet di fiori bianchi, con su un biglietto in cui si esprima quel che si desidera sul matrimonio fra persone dello stesso sesso, al termine dell’iniziativa chi vorrà potrà, a titolo puramente personale, andare a posare il proprio fiore o il proprio bouquet, insieme al biglietto, davanti alla vicina sede della Consulta, in Piazza del Quirinale 41".
Al comitato hanno già aderito le associazioni Certi Diritti, Rete Lenford, Arcigay.