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Mentre il movimento chiede matrimoni, il Pd ripropone i DiCo

Presentato in una conferenza stampa oggi a Torino un progetto di legge che ricorda molto i DiCo del 2008. Ma alcuni parlamentari ritirano la firma.

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"Nel Pd esistono una proposta seria e un serio dibattito sul tema delle coppie di fatto. Nessuna equiparazione alla famiglia come prevista dalla Costituzione, ma occorre evitare che situazioni di fatto rilevanti per i cittadini restino clandestine per la legge”. E’ quanto ha affermato Mimmo Lucà (Pd), primo firmatario della proposta di legge per il riconoscimento delle coppie di fatto, da alcuni giorni in discussione nella Commissione Giustizia della Camera. La proposta, presentata oggi a Torino alla presenza del segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando, prevede la certificazione a livello comunale delle unioni di fatto attraverso una dichiarazione da presentare all’anagrafe senza alcun tipo di forma celebrativa para-matrimoniale. In questo modo i conviventi si vedrebbero riconosciuti alcuni diritti e doveri, tra i quali l’assistenza sanitaria, la successione nel contratto di locazione, il titolo di preferenza per l’inserimento nelle graduatorie occupazionali e per l’assegnazione di una casa popolare, i trattamenti previdenziali e la successione.

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Un progetto che richiama alla mente i DiCo di Rosy Bindi, proposti ormai nel 2008. "Su questo tema – afferma il parlamentare Giorgio Merlo – è sbagliato radicalizzare il confronto. Combattere discriminazioni culturali e di genere e garantire diritti agli omosessuali che convivono sono obiettivi che si possono raggiungere senza creare confusione tra unioni di fatto e famiglia fondata sul matrimonio".
Dura la reazione di Nichi Vendola durante una conferenza stampa con Antonio Di Pietro. "In una coalizione che non riconosce le coppie di fatto non ci si può accomodare neanche per prendere un caffé", ha dichiarato il leader di Sel.
"Mentre oggi la ministra della famiglia francese Dominique Bertinotti, annuncia che entro un anno sarà approvato il matrimonio gay, che si aggiungerà al Pacs, Mimmo Lucà (Pd), capo dei Cristiani Sociali del Pd, ha riproposto il suo progetto di legge sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto – è il commento di Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia -. La coincidenza è curiosa, ma non casuale".

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"Quello presentato oggi in una conferenza stampa a Torino, infatti – ha aggiunto Mancuso – e’ un progetto di legge che risale al lontano 2008 e viene riesumato in ragione dello scontro interno al Pd che si e’ acceso recentemente su questi temi. Nel merito si tratta di un modello giuridico che mira a riconoscere esclusivamente alcuni limitati diritti, senza riconoscere giuridicamente l’unione in quanto tale". "Con questa legge, si ripropone un modello molto simile all’apartheid, come nell’Alabama degli anni ’50 ai tempi di Rosa Parks, in cui ai cittadini di colore erano riservati solo alcuni posti sugli autobus separati rispetto a quelli per i cittadini bianchi. Rincuora sapere – conclude la nota – che i parlamentari Pd Antonio Boccuzzi, Ileana Argentin e Sandro Gozi hanno in queste ore ritirato la loro firma da questo disegno di legge, consapevoli che andrà condotta su questo tema una battaglia più coraggiosa. Moltissimi cattolici elettori e iscritti al Pd non condividono la deriva discriminatoria proposta da Lucà e da altri parlamentari cattolici, e ci attendiamo che facciano sentire in questi giorni la loro voce".