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MILANOPRIDE PER COPPIE DI FATTO

Si terrà il 5 giugno la sfilata nel capoluogo lombardo. Polemica sul percorso del corteo, che non potrà passare da Piazza Duomo.

MILANO – Ottenere il riconoscimento delle coppie di fatto e abbattere le discriminazioni. Con questi obiettivi e con qualche settimana di anticipo rispetto alle tre precedenti edizioni, anche quest’anno, il prossimo 5 giugno, per le vie del centro di Milano sfilerà il corteo del Gay Pride. Gli organizzatori spiegano che “il percorso sarà lo stesso degli anni scorsi ma con un’eccezione: sarà vietato passare davanti al Duomo, simbolo della città”.
La manifestazione inizierà nel tardo pomeriggio: da Porta Venezia partiranno carri musicali e il popolo dei Glbt (gay, lesbian, trans e bisex) insieme a tutti quelli che “si riconoscono nelle battaglie del movimento per rivendicare i diritti negati alle persone omosessuali, lesbiche e trans”. Lo slogan sarà “Famiglie di fatto… di fatto famiglie!“. Un grosso punto esclamativo è il simbolo scelto quest’anno dal comitato organizzatore per rimarcare “sempre più la decisa volontà di abbattere le discriminazioni nei confronti delle persone Glbt e ottenere il riconoscimento delle coppie di fatto”.
Al corteo, annunciano gli organizzatori, è prevista la partecipazione di Jo Squillo e Ivana Spagna e l’adesione da parte di associazioni, partiti politici e gruppi che si riconoscono nei valori del movimento.
Oltre al corteo, il calendario degli eventi legati al Gay Pride si aprirà il primo giugno con la festa di inaugurazione e si protrarrà fino a sabato 12 giugno con mostre, incontri, dibattiti, proiezioni, altre feste e concerti.
Dura la reazione di Aurelio Mancuso, Segretario nazionale Arcigay, alla notizia che il corteo non passerà da Piazza Duomo: «Le motivazioni non sono chiare e, sembrano un tentativo maldestro di creare un insidioso precedente – afferma Mancuso – i cortei di tutti i tipi possono sfilare nella piazza simbolo di Milano, meno quello dei gay. Come a dire i cittadini omosessuali non sono come tutti gli altri e, a loro non può essere concesso di manifestare liberamente nella città cisalpina».
L’Arcigay nazionale chiede alle autorità competenti, prefetto, questore e sindaco, di «ristabilire le garanzie democratiche costituzionalmente riconosciute a tutte le associazioni politiche e culturali, affinché una delle più importanti comunità omosessuali italiane possa pienamente svolgere la sua annuale manifestazione».