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Napolitano su coppie di fatto: “decida il Parlamento”

Rispondendo a due lettere che gli chiedevano di intervenire sulla sentenza della Cassazione, il Colle ha detto che c’è il diritto di criticare la corte e che spetta a Parlamento legiferare in materia

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Il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, risponde ai 4 parlamentari che avevano scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedendo un suo intervento dopo che la Cassazione aveva scritto una sentenza storica verso le coppie di fatto, anche gay. Si tratta del deputato e del senatore Pdl Gasparri e Giovanardi da una parte, e delle deputate Paola Concia (Pd) e Sonia Alfano (IdV) dall’altra.

Secondo Marra è un "diritto di chiunque" quello di "criticare le affermazioni contenute nella sentenza e, tra queste, anche quelle relative al diritto della coppia omosessuale alla ‘vita familiare’, a ‘vivere liberamente una condizione di coppia’, a ottenere conseguentemente tutela giurisdizionale di specifiche situazioni attinenti ai relativi diritti fondamentali. Affermazioni che, secondo alcuni, erano estranee all’oggetto del giudizio e secondo altri, invece, necessarie a spiegare le ragioni per le quali la questione sottoposta all’esame della Cassazione non veniva rimessa alla Corte costituzionale".

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Ai deputati di centrodestra che lamentavano come la Cassazione avesse espresso opinioni personali mascherati da sentenza, Marra ha risposto che con la sentenza sulle coppie di fatto "i giudici della Cassazione non hanno voluto sostituirsi al legislatore o interferire sulle scelte che solo ad esso spettano". "In più punti dell’articolata motivazione", sottolinea Marra, la sentenza della Cassazione "ha ribadito, per un verso, che il divieto di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso non comporta violazioni dei diritti fondamentali della persona; per un altro che, in base alla convenzione europea, gli Stati ‘non hanno alcun obbligo di prevedere nel proprio ordinamento anche il matrimonio per coppie dello stesso sesso‘; per un altro ancora che, in assenza di specifiche previsioni, tale matrimonio e’ in Italia inidoneo a produrre qualsiasi effetto giuridico".

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In Parlamento – è la conclusione del Quirinale – giaciono "più proposte di legge in materia e ad esso spetta comunque dare puntuale regolamentazione alle situazioni che, nel loro complesso, attengono al diritto della coppia omosessuale di vivere liberamente la propria condizione". E infatti proprio venerdì inizierà l’esame di tali proposte da parte della Commissione Giustizia della Camera.