Negli USA studentessa lesbica afferma i propri diritti con una t-shirt - brianna popour base 1 - Gay.it Archivio

Negli USA studentessa lesbica afferma i propri diritti con una t-shirt

E’ successo in una scuola del South Carolina: contestata dalla preside, alla fine ha vinto

I diritti vincono contro la discriminazione, dopo che a una studente è stato consentito dalla propria scuola di indossare una maglia con su scritto che lei è lesbica.

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Brianna Popour, una studentessa apertamente lesbica della Chesnee High School di Chesnee, nel South Carolina, era stata allontanata dalla classe dal dirigente scolastico e mandata a casa per aver indossato una t-shirt con su scritto “Nobody knows I’m a lesbian” (Nessuno sa che sono lesbica). Il dirigente scolastico aveva ritenuto la sua camicia dirompente e, nelle dichiarazioni ai media, aveva poi insistito affermando che l’indumento era “offensivo e distrattivo”.

In seguito all’accaduto è intervenuta l’organizzazione Lambda Legal, la più grande e storica organizzazione giuridica statunitense per il pieno riconoscimento dei diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e sieropositivi/e (come l’italiana Rete Lenford), inviando una lettera al dirigente scolastico, Thomas Ezell. Nella stessa, Lambda Legal delineava il precedente giuridico a sostegno del diritto di Brianna a vestire la maglia. In particolare, nella lettera veniva citato il Primo Emendamento, che tutela i diritti di Brianna, avvertendo che qualsiasi interferenza con tali diritti era illegale. Il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti sancisce, infatti, tra le altre cose la totale libertà di espressione da parte degli individui a prescindere dalla sostanza dei contenuti da essi espressi.

A quel punto, Ezell ha fatto velocemente marcia indietro, consentendo a Brianna d’indossare la camicia, scusandosi e impedendo qualsiasi azione disciplinare nei suoi confronti.

Sono così felice di poter portare la mia t-shirt. Troppi/e studenti gay e lesbiche si vergognano di quello che sono e sono contenta che la scuola non contribuirà a che questo non continui ad accadere”, ha detto Brianna Popour “La mia camicia è solo un’espressione di chi sono” ha continuato “e spero che la scuola aiuterà altri/e studenti che, come me, sanno che possono essere pubblicamente orgogliosi/e di quello che sono”.
Dell’organizzazione Lambda Legal risponde l’avvocata Tara Borelli: “Ci congratuliamo con la scuola per aver cambiato la sua posizione, ma questo è anche un avviso per dirigenti scolastici in tutto lo stato: le scuole dovrebbero essere nel mercato della creazione di un ambiente sicuro e di sostegno per tutti/e gli/le studenti, senza calpestare il loro diritto a esprimersi sinceramente”,

Il South Carolina è uno degli otto stati con una legge che limita la discussione sui diritti gay e lesbiche in alcuni programmi di studio. La legge statale non limita il confronto tra studenti, ma lo impedisce di discutere di relazioni lesbiche o gay nei programmi scolastici di educazione sanitaria, se non esclusivamente nel contesto delle malattie sessualmente trasmissibili. Gli USA ci insegnano che dopo la legge sui matrimoni, ci sono ancora molti passi avanti da fare per adeguare la cultura ma tutto è possibile.

Per ulteriori informazioni o eventuali denunce, il sito di Lambda Legal https://www.retelenford.it /, avvocatura per i diritti LGBTI.