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New Jersey: dai giudici pari diritti per le coppie gay

La Corte Suprema dello Stato del New Jersey ha stabilito che la legge deve garantire alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle etero. Alla politica ora il compito di decidere come.

TRENTON, New Jersey – La Corte Suprema dello Stato americano del New Jersey ha stabilito che le coppie composte da persone dello stesso sesso devono avere gli stessi diritti che vengono riconosciute alle coppie che si sposano. Il caso era iniziato nel 2002 quando sette coppie omosessuali avevano visto negata la loro richiesta di potersi unire in matrimonio e avevano intrapreso le vie legali per far valere i loro diritti fondamentali. Ieri con un voto di maggioranza di 4 a 3 la Corte ha dato ai legislatori 180 giorni di tempo per trovare un modo affinché queste coppie non vedano più violati i loro diritti, ma al tempo stesso non ha riconosciuto automaticamente il loro diritto a potersi sposare. In conseguenza di questa sentenza si aprono due strade percorribili: o il legislatore estenderà anche alle coppie omosessuali il diritto di poter contrarre matrimonio, così come già avviene in Massachusetts, oppure dovrà introdurre un nuovo strumento legislativo come le Unioni Civili, soluzione già adottata da altri Stati della federazione, come il Vermont e il Connecticut. Dal momento che chiunque, sia nel mondo politico che in quello istituzionale, sostiene che gli tutti gli individui devono avere pari diritti a prescindere dal loro orientamento sessuale il giudice Barry T. Albin nelle motivazioni della sentenza ha scritto che «Non ci sono basi razionali per da un lato dare a gay e lesbiche pieni diritti civili in quanto individui e dall’altro dar loro un quadro incompleto di diritti quando seguono il loro orientamento sessuale ed entrano in una solida relazione.» Nella sentenza si legge inoltre che «lo Stato non ha prodotto nessun legittimo argomento di bisogno pubblico per privare coppie dello stesso sesso impegnate in una relazione di quei benefici e privilegi che sono invece offerti alle coppie eterosessuali sposate». La Corte ha anche rigettato il concetto che il riconoscimento giuridico delle coppie ‘same-sex’ sarebbe dannoso per i bambini e per la famiglie in generale, sostenendo che «le famiglie sono rafforzate quando si incoraggiano relazioni monogamiche, siano queste eterosessuali o omosessuali.»
Miste le reazioni alla sentenza. Alcuni esponenti di organizzazioni GLBT (gay, lesbiche, bisessuali e transgender) si sono rammaricati del fatto che la Corte non ha garantito alle coppie gay e lesbiche il pieno diritto a potersi sposare e anche uno dei Giudici della Corte, Deborah T. Poritz, ha espresso dissenso per la decisione a cui si è giunti, argomentando che «le etichette sono usate per perpetuare pregiudizio riguardo alle differenze che, in questo caso, sono inserite in leggi.» Sul fronte opposto James Dobson, esponente del movimento tradizionalista-conservatore Focus on the Family, sostiene che anche questa decisione può pregiudicare «il futuro della famiglia americana». Dovendo ora scegliere tra matrimoni gay o unioni civili l’ipotesi più probabile è che alla fine verrà adottata la seconda, anche perché ritenuta molto meno controversa. Da un sondaggio effettuato in giugno risultava che il 49% degli abitanti del New Jersey dava il proprio assenso all’idea del matrimonio per le coppie gay e lesbiche, mentre il 44% si dichiarava contrario. Il supporto cresceva fino al 66% quando si parlava invece di Unioni Civili e per contro coloro che si dichiaravano contrari scendeva al 29%. (Roberto Taddeucci)