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“Niente pride a Venezia? Lo vedremo, sindaco”

Le associazioni contro le dichiarazioni omofobe di Brugnaro. Ma non sono le sole.

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Il no preventivo alla possibilità di un nuovo pride a Venezia da parte del sindaco Brugnaro ha scatenato le reazioni delle associazioni lgbt.
“Che il sindaco di Venezia si reputi in grado di stabilire ciò che è kitsch è un paradosso che, se non avesse dei risvolti seri, metterebbe quasi ilarità – dichiara Flavio Romani, presidente di Arcigay -. Venezia è da settimane sulle prima pagine dei giornali di tutto il mondo, che non ne celebrano però le bellezze, bensì ne raccontano l’impresentabile primo cittadino. Mai un commento simile si era sollevato su Venezia in occasione dei Pride che già due volte si sono tenuti nella città lagunare”. “Anzi – sottolinea Romani -, in quelle occasioni Venezia ha potuto sommare alla sua bellezza l’orgoglio di sostenere un’idea di Paese più civile. Chi fa sfigurare Venezia, quindi, non è certo il Pride ma lo sproloquio inadeguato e scostumato del suo sindaco. Che, tra le altre cose, vive nel delirio di sentirsi il doge dell’antica repubblica marinara, visto che si intesta il potere di decidere se liberi cittadini e cittadine possano manifestare pacificamente per i propri diritti, come previsto dalla Costituzione”.

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“Il sindaco può mettersi l’anima in pace – conclude il presidente di Arcigay -: se le associazioni del Veneto decideranno di organizzare un Pride a Venezia, il Pride si farà. Brugnaro potrà al massimo decidere se venire in corteo oppure no. Coi suoi amici gay e pure con le mogli, visto che, come noi sosteniamo da sempre, anche nell’esperienza del sindaco la famiglia si coniuga al plurale, non ne esiste una sola. E infatti sono proprio quelli come Brugnaro a dimostrarci che la famiglia, quella al singolare, è solo un modestissimo artificio retorico, che non regge alla prima prova dei fatti”.
Si spinge oltre il Gay Center che auspica un pride nazionale proprio a Venezia, per il 2016. “Il Pride del 2016 non può che tenersi a Venezia – dichiara il portavoce Fabrizio Marrazzo -. Brugnaro ne vuole fare il simbolo dei città off limits per i diritti civili lgbt. Serve una risposta. Non si può accettare una così evidente discriminazione.

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Tutti a Venezia per un Pride nazionale che affermi visibilità e diritti”. Marrazzo, poi, rivolge un invito direttamente a Elton John che negli scorsi giorni aveva contestato Brugnaro definendolo “bifolco” per la vicenda dei libri messi all’indice. “Elton John potrebbe aprire il corteo” è l’auspicio di Marrazzo.

Ma non sono solo le associazioni a rispondere con una chiamata a Venezia alle dichiarazioni del sindaco. Dal suo seguitissimo blog , il giornalista dell’Espresso Alessandro Gilioli spiega che “urge andare a Venezia per un Gay Pride straordinario: quali che siano le nostre preferenze sessuali. Per riaffermare alcuni principi semplici e ma inalienabili, propri di un Paese libero”. “Urge andare a Venezia – continua Gilioli -, colorando d’arcobaleno calli e campi, gondole e barconi. Per far rimangiare a questo wannabe califfo le sue minacciose parole, per mostrargli che la democrazia è più forte di lui e di quelli tristi come lui”.