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“Niente teoria gender nelle nostre scuole”: sindaco leghista minaccia

Il primo cittadino di Prata prepara ordini del giorno e una nota alla dirigente scolastica

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Una vera psicosi di massa basata su un’invenzione che affonda le sue radici nella disinformazione. È quello che sta succedendo con l’ormai famigerata “teoria del gender” che ha appena mietuto un’altra vittima. Stiamo parlando del sindaco di Prata di Pordenone, il leghista Dorino Favot, che dalle pagine di Pordenone Oggi assicura che “non permetterò mai che nelle scuole di Prata venga introdotta la teoria Gender, un’invenzione subdola e negativa che se applicata porterebbe alla rovina le future generazioni rispetto ai temi della sessualità”.
Il sindaco si scaglia contro la riforma della scuola che, a suo dire, introdurrebbe “l’insegnamento di queste teorie fin dalla tenera età dei bambini, senza il consenso dei genitori”. “Vogliono insegnare ai nostri figli ad appartenere ad un altro sesso – continua -, che non esistono mamma e papà, ma genitore 1 e genitore 2. In alcuni asili i bambini possono scambiarsi i vestiti tra maschi e femmine ed esplorare il corpo“.

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Il riferimento di Favot è all’articolo della cosiddetta Buona Scuola in cui, però, si parla di prevenzione della violenza di genere. Il testo in questione, che è consultabile integralmente qui , recita: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013″.

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Ma il sindaco insiste, dimostrando una scarsa conoscenza della legge che cita: “Tutte queste indicazioni sono state inglobate nel decreto legge sulla buona scuola, con un testo largamente appoggiato da ben 25 associazioni gay e lesbo. I nostri governanti la devono smettere con queste aggressioni alla famiglia“.
Favot, poi, annuncia battaglia contro qualsiasi iniziativa di educazione alle differenze. “Abbiamo già pronto un ordine del giorno per la giunta comunale di netta contrarietà – fa sapere -. Ribadirò la mia posizione con una nota scritta alla dirigente scolastica ed al presidente del consiglio di istituto affinché si blocchi sul nascere qualsiasi iniziativa in tal senso e venga salvaguardato il piano dell’offerta formativa, secondo i corretti canoni educativi”.