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No alle nozze gay anche dalla Corte Costituzionale francese

Come è successo in Italia, l’alta corte rimanda la decisione alla politica. La sentenza nata dal caso di due donne in Pacs da 15 anni e con quattro figli. Le associazioni italiane: “Andiamo avanti”

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Il Consiglio Costituzionale francese, l’equivalente della nostra Corte Costituzionale, ha confermato il divieto di matrimonio fra persone dello stesso sesso, giudicandolo conforme alla costituzione. In sostanza, violando i principi stabiliti dalla carta costituzionale francese, è necessario l’intervento del legislatore ordinario, ovvero il parlamento. La questione, quindi, come è successo in Italia, è stata demandata alla politica.

I ‘Saggi’, il cui parere era stato richiesto su iniziativa di una coppia di donne, Corinne Cestino e Sophie Hasslauer, madri di quattro figli e legate da quindici anni grazie ai Pacs (il Patto civile di solidarietà, unica forma di unione legale per le coppie gay francesi), hanno dunque rinviato al legislatore ordinario qualsiasi modifica in materia. Il matrimonio gay è legale e consentito in Olanda, Belgio, Spagna, Portogallo, Norvegia, Svezia, Islanda, Canada, Sudafrica, Argentina e in alcuni degli stati Stati Uniti tra cui Washington D.C. Nella sua decisione, la Corte rinvia alla legge per quanto riguarda l’applicazione del principio di eguaglianza davanti alla legge.

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"E’ vergognoso – hanno commentato Corinne e Sophie -. Fin dalla più tenera età ci viene insegnata la tolleranza, ma ci rendiamo conto adesso che le massime autorità dello stato istituzionalizzano l’omofobia. L’omofobia è quasi normalizzata, legalizzata, costituzionalizzata". "Ora la palla è passata alla politica e continueremo a prendere in considerazione le vie legali per avere successo. La nostra lotta evidentemente non si ferma oggi", hanno assicurato le due donne.

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"Anche la Corte Costituzionale francese, come quella italiana lo scorso aprile, ha oggi stabilito che il divieto del matrimonio tra persone dello stesso sesso è conforme alla Costituzione e che è compito del legislatore decidere su modifiche legislative – si legge in un comunicato dell’associazione Certi Diritti che ha lanciato, insieme a Rete Lenford la Campagna di Affermazione Civile – . La lotta per il superamento delle diseguaglianze continua, in Italia con la campagna di Certi Diritti, almeno fino a quando in tutti i paesi dell’Ue sarà riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La classe politica dovrà prima o poi dare ascolto a chi si batte per il superamento delle diseguaglianze".
Anche in Francia sono in corso campagne legali di coppie gay e lesbiche che prevedono di ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e alla Corte di Giustizia Europea per vedere riconosciuto il matrimonio contratto in paesi come il Portogallo, Spagna, Belgio e Olanda. "I trattati di Nizza e di Lisbona sono molto chiari  – continua Certi Diritti – e le contraddizioni delle legislazioni nazionali prima o poi, anche con la via legale, dovranno essere superati dalle classi politiche".

Il no della Corte costituzionale francese, "esattamente come quello della Consulta italiana, non pregiudica in alcun modo il senso e il valore della battaglia di piena cittadinanza di cittadini e cittadine gay, lesbiche e transessuali europei – dichiara Paolo Patané, presidente nazionale di Arcigay -. L’iniziativa francese, come già quella italiana, costituisce passaggi importanti e necessari di una battaglia che ha consentito di arrivare a pronunciamenti netti. Il legislatore può quindi legiferare sul matrimonio gay senza nascondersi dietro ad un dito. I politici italiani ne prendano atto e si prendano quindi la responsabilità di uniformare le norme al mutato quadro sociale".

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Un sondaggio svolto da TNS Sofres per Canal+ tra i cittadini francesi a proposito proprio delle nozze tra persone dello steso sesso rivela che oltre la metà (58 per cento) è favorevole alla loro approvazione mentre solo il 35 per cento si dice contrario. Il confronto con sondaggi svolti precedentemente mostra come il consenso al matrimonio gay sia in costante crescita: si è passati dal 45 per cento del 2006 all’attuale 58, con un favore maggiore da parte delle donne, degli under 35 e dei simpatizzanti di sinistra. Anche sulla questione dell’adozione il consenso dei cittadini francesi è in crescita, seppure resti meno forte rispetto al consenso alle nozze. Il 49 per cento è favorevole alle adozioni contro il 30 per cento del 2001, mentre è contrario il 47 per cento della popolazione, contro il 68 di dieci anni fa.