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Nuova aggressione omofoba a Torino

Due ragazzi pestati all’uscita da una nota discoteca gay: all’origine del gesto, il tentativo di «ammazzare la noia».

Un giovane ventisettenne ha presentato una denuncia alla magistratura per essere stato aggredito e picchiato da un gruppo di teppisti fuori dalla discoteca ‘Centralino Club’ di Torino in Via delle Rosine, una traversa della centralissima Via Po. I fatti risalirebbero a domenica scorsa, verso le tre di notte. Il ragazzo sarebbe stato spintonato e poi preso a calci e pugni riportando ematomi e lievi lesioni mentre stava percorrendo una strada laterale, via Giolitti.

Il responsabile della sicurezza della discoteca minimizza sostenendo di ignorare che ci sia stata un’aggressione ma ricordando di avere allontanato tre ragazzi dall’atteggiamento facinoroso che volevano entrare in discoteca (uno di loro diceva di cercare la sorella) e di essere stato richiamato fuori verso le due di notte perché gli stessi si erano appostati di fronte alla chiesa adiacente e avevano iniziato a insultare i ragazzi che uscivano dalla discoteca. Dopo aver insultato il buttafuori i tre si sarebbero allontanati in macchina a gran velocità. Anche la selezionatrice all’ingresso Magda si ricorda dei tre ragazzi e conferma che se c’è stata un’aggressione non è avvenuta né nel locale né di fronte ad esso. Ricorda inoltre che la serata della domenica è mista rispetto a quella del venerdì, e frequentata da molti eterosessuali che vengono informati all’ingresso del tipo di serata. Ultimamente non sarebbero comunque successi altri fatti del genere al Centralino e le serate gay si sono sempre svolte nella massima tranquillità.

L’aggressione è stata segnalata mezz’ora dopo l’accaduto nella stazione San Salvario. Dalla descrizione fatta dal ragazzo, il gruppo non aveva caratteristiche neonaziste (svastiche, teste rasate, uniformi) e i carabinieri tendono a suffragare l’ipotesi di un fatto isolato compiuto da ragazzi italiani tra i venti e i trent’anni.: all’origine del gesto ci sarebbe solo la noia da scacciare «con una estemporanea caccia al gay».