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NUOVE CROCIATE CATTOLICHE

Lo statuto toscano è troppo avanti? Un sito cattolico lancia appelli per spingere la Regione a non riconoscere le coppie di fatto. Gay.it risponde con una contro campagna.

FIRENZE – Hanno lanciato quelle che potremmo chiamare le nuove crociate, via internet. Sul sito https://www.fattisentire.net gli integralisti cattolici, detentori dell’Ordine Giusto e Divino di come deve andare il mondo, si lanciano stavolta contro la Regione Toscana e nello specifico nella bozza del nuovo Statuto Regionale Toscano. Le regioni italiane infatti, a seguito della modifica del titolo V della Costituzione, stanno procedendo alla stesura dei nuovi testi dei loro statuti e quello proposto dalla Toscana sembra essere particolarmente ostico da digerire.
Ecco i punti salienti che non vanno giù ai nostri concittadini cattolici. Nel Preambolo si fa riferimento alla Resistenza ed al Risorgimento e non all’apporto dato dal cristianesimo alla Toscana. In sede europea il Vaticano voleva che la bozza di Costituzione dell’Unione facesse un richiamo alle “radici cristiane” dell’Europa, ma il Parlamento Europeo ha voluto evitare di fare riferimento a questo o quel credo religioso. L’Europa è di tutti, a prescindere dalla religione in cui ciascuno di noi si può liberamente riconoscere (e poi non dimentichiamoci degli atei e agnostici). All’art. 4 fra i diritti elencati manca il diritto naturale alla vita cui ogni uomo è titolare sin dal concepimento. Ovvero si vorrebbe negare o limitare il diritto all’interruzione della gravidanza che è legge dello Stato e un diritto delle donne italiane. All’art. 4 tra gli innumerevoli diritti elencati manca il diritto alla libertà di educazione di cui sono primari titolari i genitori e non lo stato; ovvero si cerca di dare supporto e dignità “da statuto” alle scuole private, grande risorsa di denaro, a danno della scuola pubblica statale che avrebbe bisogno invece del massimo supporto. Sempre all’art. 4, in una versione, si parla di “famiglia ed unioni familiari“. I realizzatori del sito in questione bacchettano la Regione Toscana, affermando che queste disposizioni sarebbero “non soltanto contrarie alla morale e alla dottrina cattolica sociale della Chiesa ma, in quanto contrarie al diritto naturale, oggettivamente ingiuste e socialmente pericolose.” Insomma, i riconoscimenti per le coppie di fatto, etero o omosessuali, sono uno spauracchio sbandierato come possibile imminente disastro per la società italiana. Naturalmente non ci spiegano e non chiariscono dove sarebbe il pericolo. Il vocabolo “oggettivamente” usato in questo contesto è del tutto risibile. Probabilmente non è piaciuto neanche il passo della bozza di statuto che sancisce il rifiuto di “ogni forma di xenofobia e di discriminazione legata alla razza, alla religione, all’etnia e a ogni altro aspetto della condizione umana” dal momento che l’orientamento sessuale è evidentemente un aspetto neanche tanto secondario della condizione umana di ognuno di noi. Ma vanno oltre e, in un rosso minaccioso e allarmistico, scrivono che “Purtroppo, cogliendo quest’occasione, si stanno introducendo nella legislazione disposizioni contrarie ai principi del diritto naturale ed assai pericolosi per la tenuta stessa della società nel futuro.” Ancor peggio, più oltre scrivono che si tratta di “una battaglia fondamentale, per scongiurare che entrino nell’ordinamento dei principi che vanno a scardinare la società dalla base, colpendo la famiglia, la dignità della persona umana, la libertà!” Insomma sembra quasi che la Regione Toscana stia meditando lo sfascio della società italiana, innescato riconoscendo ai cittadini omosessuali e alla loro vita di coppia, un minimo di dignità, uguaglianza e diritto di esistenza. La tattica è ben nota e non certo particolarmente brillante: si invoca una legittima ma non certo vincolante visione delle cose e del mondo pretendendo che tutti gli altri si adeguino ad essa. Si demonizzano le altre realtà di vita ritraendole come pericolose e dannose. Si invoca un non meglio identificato “diritto naturale” e si cerca di far credere che lo scopo di queste norme sarebbe quello di colpire la famiglia italiana quando invece queste nuove norme non intaccherebbero minimamente i diritti delle famiglie già esistenti. Che poi sono anche le nostre famiglie, i nostri padri, le nostri madri, i nostri fratelli, le nostre sorelle.
Contro queste crociate religiose dai toni oscurantisti e contrari alla libertà e alla parità degli esseri umani Gay.it lancia una contro-campagna per dare supporto alla proposta di statuto della Regione Toscana. Nella speranza che faccia da apripista ad altre regioni e che porti finalmente l’Italia in Europa dove, senza nessun cataclisma ne rivoluzione sociale, le unioni omosessuali sono già riconosciute, con modalità diverse, da 13 dei 15 paesi membri dell’Unione Europea.
«Arcigay Toscana e altre associazioni glbt toscane (tra cui L’Altro Volto di Lucca) invitano tutte le persone che in Toscana hanno a cuore la laicità delle istituzioni e credono che uno Stato debba dare strumenti di tutela e protezione a ogni tipo di coppia di fatto, al di là delle convinzioni religiose degli individui, ad andare sulla pagina internet del sito Fattisentire.it e compilare il modulo avendo cura di inserire il seguente testo alternativo rispetto a quello proposto».
Alla Cortese Attenzione della Regione Toscana
Vorrei fare le seguenti osservazioni sulla bozza di Statuto Regionale:
1) Nel preambolo dello Statuto occorre fare riferimento – quale fattore fondamentale per lo sviluppo della Toscana – al tema della laicità delle Istituzioni;
2) Manca la menzione di due diritti di importanza fondamentale: il diritto all’orientamento sessuale e all’identità di genere degli individui;
3) Si parla di “famiglia” e di “unioni familiari”. Questa terminologia è fortemente ambigua: riteniamo infatti che per “famiglia” possa più correttamente essere intesa, come fa del resto già la legge anagrafica, qualunque relazione di convivenza basata sull’affetto e sulla solidarietà reciproca, anche se composta da due persone del medesimo sesso.
Colgo inoltre l’occasione per giudicare assai positivamente la proposta di legge presentata dalla Toscana al Parlamento circa l’equiparazione sostanziale della famiglia alle unioni di fatto e anzi invito le Istituzioni Regionali a proseguire in tale direzione.
In spirito di collaborazione, porgo i più distinti saluti