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Nuovo sondaggio: ancora un sì schiacciante alle unioni tra gay

Questa volta è Renato Mannheimer a interrogare gli italiani: il 72% è favorevole.

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Ancora un sondaggio tenta di far conoscere l’opinione degli italiani sulle unioni civili e il matrimonio egualitario. A interrogarli, questa volta, è l’istituto Ipso di Renato Mannheimer. I dati diffusi dall’istituto sono molto chiari: la maggior parte degli italiani pensa che le persone dello stesso sesso dovrebbero veder riconosciute le loro unioni e la loro vita di coppia, mentre sussistono degli ostacoli sul tema delle adozioni.
Una percentuale che, come si diceva una volta, potremmo definire bulgara: il 72 per cento ha risposto che i gay e le lesbiche dovrebbero vedere le loro unioni riconosciute. Il 26 per cento, invece, pensa che non sia opportuno. “Sono particolarmente d’accordo – si legge nel documento che accompagna i risultati del sondaggio – con la concessione dei diritti alle coppie gay le donne e, come prevedibile, i giovanissimi. Viceversa, si ravvisa una maggiore contrarietà al Sud e tra chi vive in una famiglia particolarmente numerosa”.

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L’istituto ha poi rivolto domande specifiche sui singoli diritti rilevando delle variazioni di percentuale di volta in volta. Il 63 è favorevole alla possibilità di assistere il partner in ospedale, mentre solo il 22 per cento dice sì alle stepchild adoption. In mezzo, superano la maggioranza dei sì la possibilità di colloqui in carcere, quella di abitare nell’appartamento del partner deceduto e il subentro nel contratto d’affitto della casa.
I punti di maggior contrasto, invece, sotto il 50 per cento, sono i permessi di lavoro per malattia del partner, gli alimenti in caso di separazione, la reversibilità della pensione, l’eredità del partner.
E sebbene la maggior parte degli intervistati si dice contraria alle adozioni, i favorevoli raggiungono il 40 per cento rappresentato soprattutto da donne e giovanissimi.
Inoltre, coerentemente con le risposte date, un numero prevalente di intervistati è d’accordo con i sindaci che in queste settimane si sono opposti alla circolare Alfano, continuando nella registrazione nei registri di stato civile dei matrimoni contratti all’estero.