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Obama: “Uguali diritti per coppie gay e coppie etero”

Il presidente statunitense conferma l’evoluzione della sua idea sui matrimoni tra persone dello stesso sesso. E anche se non pronuncia mai la parola “matrimonio”, la sua è stata vista come una svolta.

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"Credo che le coppie gay debbano avere gli stessi diritti legali delle altre coppie in questo paese". Così Barack Obama ha risposto a chi, durante un fundraising organizzato dalle associazioni gay a New York per la sua campagna elettorale, gli chiedeva un parere sui matrimoni gay. Il presidente democratico ha così ribadito il suo sostegno ad un importante "costituency" elettorale, pur senza mai pronunciare direttamente la parola matrimonio, proprio mentre l’assemblea di Albany tenta di approvare la legge che legittima le nozze gay nello stato di New York. Una legge che Obama quindi non ha esplicitamente sostenuto, come speravano gli organizzatori della serata a New York, ribadendo il suo rispetto per la divisione tra le competenze del governo federale e governi statali.

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"New York sta facendo esattamente quello che si deve fare nelle democrazie, c’è un dibattito in corso", ha detto Obama che nei mesi scorsi ha detto che la sua posizione sul matrimonio gay "si sta evolvendo" cosa che lascia immaginare che il presidente dirà presto un sì definitivo sulle nozze.
"Noi continueremo a combattere fino a quando la legge non considererà più partner che sono stati insieme da decenni come se fossero estranei", ha detto ancora Obama alle oltre 600 persone arrivate da 22 stati diversi per partecipare alla serata, versando tra i 1250 ai 35.800 dollari ciascuno alle casse democratiche. Presenti, come riportano le agenzie di stampa, anche molti attori, tra i quali Neil Patrick Harris che è intervenuto ricordando tutti gli importanti passi fatti dall’amministrazione Obama, dall’abolizione del Don’t Ask Don’t Tell, alla nomina di transgender a cariche di governo.

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"Lo so che in alcune occasioni sarete impazienti nei miei confronti, ed è giusto che ci sia impazienza quando si tratta di combattere per l’eguaglianza", ha riconosciuto il presidente.
"Le notizie che arrivano oggi dagli Usa sono di portata storica, così come lo furono quelle che arrivarono quando fu abrogata la segregazione razziale negli anni ’50 – dice in una nota il segretario di Certi Diritti Segio Rovasio riferendosi alle dichiarazioni di Obama-. Ciò che fa ben sperare è la frase detta dal Presidente durante l’incontro di New York: ‘Noi continueremo a combattere fino a quando la legge considererà partner coloro che sono stati insieme per decenni e che oggi sono considerati tra di loro come degli estranei’. Il Presidente Obama aveva già sostenuto, nei mesi scorsi, che il Governo Federale Usa non avrebbe più sostenuto e difeso il Defense of Marriage act del 1993, che blocca il riconoscimento federale dei matrimoni tra persone dello stesso sesso". "Va inoltre ricordato – aggiunge Rovasio – che il prossimo 29 giugno il Presidente degli Stati Uniti riceverà per la prima volta alla Casa Bianca il Gay Pride che si svolgerà a Washington. Oggi l’Italia, la gran parte della classe politica,  ha certamente qualcosa da imparare dagli Usa, non certo dal Vaticano".

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L’Assemblea legislativa di Albany, però, ha ancora rimandato il voto sulla legge, sostenuta dal governatore democratico Andrew Cuomo, per legalizzare il matrimonio gay nello stato a favore della quale anche Lady Gaga si è espressa rivolgendo appelli ai politici newyorchesi. Dopo un’altra sessione maratona, con centinaia di dimostranti al’esterno dell’edificio, il presidente del Senato, il repubblicano Dean Skelos che si oppone alla legge, ha aggiornato, alle 11 di notte, la seduta "per la salute dei rappresentanti". Il voto slitta quindi ad oggi, in teoria ultimo giorno utile per l’approvazione del bill prima della pausa estiva. Se lal egge dovesse esere approvata, New York entrerebbe a far parte del gruppo di stati della federazione ddove è già possibile per due gay sposarsi. Glialtri stati sono: Vermont, New Hampshire, Connecticut, Massachusetts, Iowa e District of Columbia, quello della capitale Washington.