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Omofobia, cerimonia alla Camera e commozione

Cerimonia alla Camera in occasione della Giornata contro l’omofobia e la transfobia. Il ragazzo con la patente sospesa si commuove con Fini. Carfagna: “1 italiano su 4 non vuole un vicino gay”.

Cerimonia organizzata alla Camera dei Deputati in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia. A presiederla il presidente Gianfranco Fini che ha invitato per l’evento tutti gli esponenti delle associazioni lgbt e dei media gay e Paola Concia del PD. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio, letto da Fini, nel quale auspica lo stop della pubblica irrisione dell’omosessualità.

Il messaggio di Napolitano – "La coesione sociale del nostro paese – dice Napolitano – è sottoposta a gravi tensioni: inammissibili episodi di impudente aggressività e

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intolleranza si verificano con frequenza preoccupante. In occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia voglio esprimere percio’ la mia preoccupazione per il persistere di discriminazioni e comportamenti ostili nei confronti di persone con orientamenti sessuali diversi. Si tratta di atteggiamenti che contrastano con i dettami sia della nostra costituzione, sia della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea. Non dobbiamo quindi ignorare l’invito del Parlamento europeo a trovare misure efficaci per abbattere anche questo tipo di discriminazioni" esorta Napolitano. Per il Capo dello Stato "da una parte deve essere apprezzata l’apertura di imprese italiane e straniere nei confronti di persone con diversi orientamenti sessuali e diverse unioni di vita, dall’altra, occorre denunciare e contrastare in tutte le sedi, e innanzitutto in sede politica, con costanza e con fermezza le aggressioni fisiche, gli atti di bullismo, le provocazioni verbali, quali quelle che hanno investito anche un autorevole membro del Parlamento italiano". Inoltre scrive ancora Napolitano "non bisogna sottovalutare i rischi che l’abitudine all’uso nel discorso pubblico di allusioni irriverenti, lesive della dignita’ delle persone, contribuiscano a nutrire il terreno sul quale l’omofobia si radica. L’ostentazione in pubblico di atteggiamenti di irrisione nei confronti di omosessuali è inammissibile in societa’ democraticamente adulte. In altri paesi democratici persone che hanno dichiarato i loro orientamenti omosessuali hanno potuto raggiungere posizioni di grande rilievo, ricoprire alte cariche anche pubbliche. Un percorso di superamento di timori e rimozioni, nonché di ostacoli alle carriere, e’ stato avviato da tempo anche in Italia, ma il nostro – per il presidente della Repubblica – è un cammino che appare ancora lungo e difficile. Perciò è importante che la battaglia contro l’omofobia e le discriminazioni che ne derivano non sia condotta solo ad opera di meritorie avanguardie, ma divenga un ben più vasto impegno civile. In 150 anni il nostro paese, nel suo cammino verso la realizzazione di una democrazia rispettosa delle diversità, ha dovuto affrontare terribili traversie e subire drammatiche cadute. Non dimentichiamolo. Non disperdiamo un prezioso patrimonio di libertà e di tolleranza, guadagnato nel corso della nostra storia. Mancheremmo di rispetto nei confronti di chi, per costruire quel patrimonio, ha saputo battersi con intelligenza, rischiare di persona con coraggio".

Il ragazzo con la patente sospesa si commuove con Fini – Fini, aprendo i lavori, ha auspicato la "necessaria convergenza di tutte le forze politiche democratiche, perché il

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rispetto della dignità della persona umana rappresenta un caposaldo di autentica civiltà". Nel rimarcare che "l’omosessualità non deve essere considerata come una malattia", Fini ha detto di ritenere "molto opportuna" la decisione del ministro Carfagna di aprire un’indagine sull’episodio che alcuni giorni fa ha visto coinvolto un ragazzo, Cristian Friscina, al quale non è stata rinnovata la patente a causa della sua omosessualità. "La mobilitazione contro le discriminazioni deve impegnarci intensamente tutti i giorni perché è dalla quotidianità che giungono le notizie più gravi e sconcertanti, è nella vita di tutti i giorni – ha concluso Fini – che gli omosessuali si sentono minacciati nella loro incolumità personale e nello svolgimento della loro vita sociale e lavorativa". Friscina, presente alla cerimonia, lo ha ascoltato, poi si è avvicinato e con una stretta di mano, commosso, ha ringraziato il presidente della Camera.

Un italiano su 4 non vuole un vicino gay – Il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna ha invece sottolineato come, a proposito di una legge contro l’omofobia – 

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"L’Italia si è mossa in ritardo ma la nostra presenza qui dimostra la volontà di recuperare". "Quasi un italiano su 4 preferirebbe non avere un omosessuale come vicino di casa", ha affermato Carfagna citando i dati di un’analisi delle condizioni di vita della popolazione omosessuale in Italia, prodotta dall’Unar (l’Ufficio nazionale che fa capo allo stesso ministero che si occupa di discriminazioni razziali). Secondo l’analisi, ha sottolineato il ministro, l’omofobia "attraversa l’intera schiera di opinioni politiche: non vorrebbe vicini di casa omosessuali il 23% delle persone che si autoclassificano di sinistra, il 26% di quelle di centro e il 25% di quelle di destra". Ma c’è una "buona notizia: l’omofobia va diminuendo con gli anni e arriverà a scomparire se è vero che le diffidenze nell’approcciarsi all’omosessualità si trovano soprattutto nella fascia di età di 50 anni e più e che per gli intervistati tra i 18 e i 35 anni il problema dell’accettazione praticamente non sussiste o viene rilevato in percentuali bassissime. Per un ragazzo – ha osservato il ministro – un omosessuale merita lo stesso identico rispetto e considerazione di cui gode un eterosessuale". Infine, ha concluso, "colpisce l’assoluta trasversalità di questo sentimento nelle diverse aree geografiche del Paese: non risulta, a dispetto dei pregiudizi, che al Sud, per esempio, vi sia un grado di sessismo piu’ pronunciato. Esiste, semmai, un sentimento di chiusura piu’ marcato nei centri più piccoli, sotto ai diecimila abitanti, rispetto alle città".