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Omosessualità e fede: Arcigay Pavia incontra il Vescovo

Si è parlato di diritti umani e di salute delle persone lgbt nel’incontro che si è tenuto tra Arcigay Pavia e monsignor Giudici. Un incontro definito “intenso” a cui ne seguirà un altro tra un mese.

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In seguito alla lettera aperta ai vescovi inviata da Arcigay nei giorni scorsi per chiedere di aprire un dialogo tra la comunità gay e le gerarchie ecclesiastiche, si è svolto a Pavia un incontro tra monsignor Giovanni Giudici e il locale circolo dell’associazione lgbt. "Durante l’incontro – racconta in una nota Giuseppe Eduardo Polizzi, socio fondatore di Arcigay Pavia – abbiamo avuto modo di parlare di due questioni: la vita e la salute delle persone omosessuali. Sul primo versante abbiamo affrontato il tema della risoluzione ONU del 2009 quando l’Osservatore vaticano presso le Nazioni Unite aveva espresso la sua opposizione a depenalizzare l’omosessualità. Sul secondo versante, invece, abbiamo parlato del disagio di molti omosessuali che non riescono a conciliare l’essere omosessuale con l’essere cattolico, anche alla luce delle cosiddette teorie riparative avvallate da ambienti cattolici come strumento di ‘guarigione’.

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Da questi due macro temi la riflessione si è poi sviluppata rispetto a quello che è il punto di partenza della Chiesa e, al contempo, punto ‘dolente’ per il rapporto omosessualità-cattolicesimo: il concetto di sessualità come strumento di procreazione incompatibile con l’unione omosessuale".
Il confronto è preseguito, quindi affrontando gli argomenti più spesso tirati in ballo sia dalla comunità lgbt che dagli interventi di papa Ratzinger in tema di famiglia.
"A riguardo abbiamo cercato di porre in evidenza alcune contraddizioni del Vaticano riguardo questa posizione – continua Polizzi -. Ad esempio abbiamo chiesto come mai non ci sono prese di posizioni su coppie sposate eterosessuali che hanno una sessualità non finalizzata alla procreazione (sterili, anziani, o coppie che usano contraccettivi). Inoltre, abbiamo chiesto se una coppia omosessuale monogama può essere accettata dal Vaticano e, dunque, far parte ufficialmente della comunità cattolica".

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La conclusione cui è giunta l’associazione a fine dell’incontro è, infondo, la stessa che è alla base della necessità di incontrare i vescovi.
"Abbiamo concluso – si legge nella nota – che, forse, l’assenza di una conoscenza diretta da parte del Vaticano della realtà omosessuale, potrebbe essere l’origine di tante incomprensioni. L’incontro, intenso, si è poi concluso con la promessa di rivederci tra un mese, data la necessità avvertita sia da noi che dal Vescovo, di approfondire insieme i temi di cui abbiamo parlato in questo primo incontro".