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Onu-Aids: scarso impegno italiano

Il governo Berlusconi ha inviato solo un funzionario del Direttorato Generale per la Cooperazione e lo Sviluppo. Presentati i risultati di uno studio: donne sempre più a rischio.

da New York, Filippo von Schloesser

"L’Aids non può continuare il suo lavoro di morte nel buio" ha detto Kofi Annan nel discorso di apertura della sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite convocata da lunedì a mercoledì a New York per elaborare una strategia comune contro l’epidemia e stilare un documento comune ai 180 paesi membri.

Annan ha dovuto vincere le resistenze degli Stati Islamici che si opponevano all’intenzione di inserire nel documento finale dell’assemblea riferimenti ad omosessuali, eroinomani, prostitute e detenuti come popolazioni vulnerabili rispetto all’infezione. E’ stato necessario chiedere il voto di fiducia all’assemblea per risolvere la situazione. Alla conferenza di New York partecipano circa 3000 delegati, tra attivisti, uomini d’affari, rappresentanti istituzionali ed esperti di sanità.

La delegazione americana, formata da una quarantina di persone è guidata dal segretario di Stato Colin Powell. La maggior parte dei paesi ha inviato rappresentanti ai massimi livelli istituzionali. Vergognosa la posizione dell’Italia che, nonostante una lettera inviata personalmente al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da parte del responsabile del programma delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids, il fisico Belga Peter Piot, ha inviato un semplice funzionario del Direttorato Generale per la Cooperazione e lo Sviluppo – il Dott. Magliano. Nadir proporrà nei prossimi giorni a tutte le associazioni di lotta all’Aids Italiane di sottoscrivere una lettera di formale protesta da inviare al Governo Italiano.

Intanto, all’Ospedale Spallanzani di Roma sono stati presentati i risultati dello studio Icona (Italian Cohort of Naive Antiretroviral patients) sull’identikit della nuova vittima inconsapevole dell’Aids: è una donna fra i 30 e i 33 anni, sposata o con una relazione stabile. Nel 40% dei casi, a trasmetterle il virus è una persona non a rischio: il marito, il fidanzato o il campagno, in ogni caso una persona considerata insospettabile.

Secondo il rapporto, il 62,6% dei nuovi sieropositivi, 35enni diplomati spesso laureati con un buon impiego e un conto in banca, hanno contratto il virus attraverso rapporti non protetti con prostitute o transessuali.

Ma dal rapporto Icona arriva anche un altro allarme: il 34% degli eterosessuali che contragono il virus in Italia lo scoprono quando la malattia è già in Aids conclamato e la terapia può quindi fare ben poco.

di Nadir notizie