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“Ora l’Argentina è più egualitaria”: le nozze gay sono legge

La presidente Cristina Fenandez de Kirchner promulga la legge che consente a gay e lesbiche di sposarsi e adottare bambini. Durante la cerimonia, le associazioni consegnano targhe per ringraziare.

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La presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha firmato oggi, promulgandola, la legge che consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, approvata giovedì scorso dal Senato al termine di un duro confronto nel Paese che aveva visto contrapoprsi la comunità lgbt e quella cattolica. La promulgazione della legge è avvenuta durante una cerimonia pubblica presso la Casa Rosada in cui, oltre a firmare il testo, la presidente Fernandez ha pronunciato un discorso alla presenza di molti esponenti delle associazioni e della comunità lgbt argentina, oltre che del governo. "Avremmo potuto farlo prima e non abbiamo promulgato una legge, ma un passo istituzionale determinante per costruire una società che appartenga a tutti". Le associazioni presenti hanno ringraziato la presidente consegnandole targhe ricordo.

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"La vita ci cambia incontinuazione – ha aggiunto la presidente – queste sono questioni che hanno a che fare con gli esseri umani, con l’aspirazione di raggiungere l’uguaglianza; sono cose che non possono dividerci, ma dovrebbero unirci".
"Oggi siamo una società un po’ più egualitaria di ieri" ha concluso Crisitina Fernandez de Kirchner.
L’Argentina è così il primo paese dell’America Latina a legalizzare le nozze gay e il decimo al mondo. Nel paese di guidato dalla Fernandez le coppie gay potranno anche adottare figli. 

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La lunga battaglia delle associazioni lgbt, alcuni municipi avevano permesso le unioni gay. Questo ha fatto sì che l’opinione pubblica diventasse sempre meno astiosa e sempre più propensa ad accettare le unioni tra persone dello stesso sesso fino a spingere il governo a fare propria la battaglia per il riconoscimento dei diritti delle coppie gay e lesbiche, condivisa, in ultima analisi anche da pezzi dell’opposizione.
Naturalmente, a guidare il fronte contrario al provvedimento, è stata la Chiesa Cattolica. "Mi sembra di essere tornata ai tempi delle Crociate e dell’Inquisizione" aveva tuonato la presidente poco prima del voto al sentato che poi, però, ha approvato il testo con 33 voti favorevoli, 27 contrati, 3 astenuti e 9 assenti.