PALCOSCENICO GAY: LA STAGIONE TEATRALE - 0254 enrico campanati - Gay.it Archivio

PALCOSCENICO GAY: LA STAGIONE TEATRALE

Fallito il tentativo leghista di boicottare il festival di cinema gaylesbico, quest’anno i padani queer possono anche godersi la loro piccola pink Broadway. Dalla trilogia di Manfredini all’Edoardo II, da Wilde a Copi ecco l’anno teatrale targato Milano. Da stampare e conservare.

PALCOSCENICO GAY: LA STAGIONE TEATRALE - 0254 wildefoto - Gay.it Archivio

MILANO – Conviene precisarlo subito: non c’è nessuna convergenza tra il bossian-razzismo dell’ampolla in Alleanza Nazionale con Forza Italia e la scena teatrale milanese. Fallito il tentativo leghista di boicottare il festival di cinema gaylesbico, quest’anno i padani queer possono anche godersi la loro piccola pink Broadway. Ecco l’annuario-guida agli spettacoli.

2) Theatridithalia Elfo e Porta Romana associati.

Portaromana

21 novembre -17 dicembre

Bagaglio a mano (Handbag)

Di Mark Ravenhill.

Uno spettacolo di Ferdinando Bruni. Con Ida Marinelli.

Una prima nazionale per questo testo di Ravenhill, l’ultimo dei cosiddetti “arrabbiati” inglesi che hanno rinnovato il teatro d’oltremanica. Una coppia vittoriana è in attesa del proprio primogenito. Due moderne coppie omo, una lesbica e l’altra gay, decidono di ricorrere alle tecniche di riproduzione assistita per edificare una nuova famiglia a quattro. Grazie ad un sapiente intreccio drammaturgico la dimensione spaziotemporale si schiude in un disarmante scambio “epocale” d’infanti. E’ il trionfo dell’Equivoco che porterà ad un unico tragico finale. Dall’ Importance of Being Earnest di Wilde sino ai giorni nostri un attacco diretto alla società borghese al di là degli orientamenti sessuali.

Elfo

3 gennaio – 4 febbraio

Edoardo II

Di Christopher Marlowe

Traduzione, adattamento e costumi di Ferdinando Bruni.

Regia di Ferdinado Bruni e Elio de Capitani. Con Ferdinando Bruni, Ida Marinelli, Elio de Capitani, Andrea Gattinoni.

Bruni, attore cult della scena milanese, interpreta il re d’Inghilterra alle prese con una legge primordiale: l’Amore. Ma le sue corrisposte attenzioni vanno a Gaveston, il giovane uomo amico d’infanzia. È la fine di ogni convenzione sociale. La Riforma non c’è ancora stata. Nessuno sa come sbarazzarsi di un monarca con argomenti legittimi. L’odio sadico dei nobili e l’incedere ambiguo del personaggio della regina Isabella si uniranno, sovrastati dall’urlo più profondo del teatro elisabettiano.

Portaromana

16 gennaio – 18 febbraio

Aldino mi cali un filino?

Aldo Palazzeschi nelle mani di Paolo Poli

L’ex Caterina de’Medici in uno spettacolo comico, con balletti d’epoca e florilegi delle poesie e delle novelle di Palazzeschi.

3) Teatro Franco Parenti

Loretta strong (28 novembre – 10 dicembre)

Il pollo e la sua mamma

L’omosessuale e la difficoltà di esprimersi

Di Copi

Un progetto di Tonino Conte

Se qualcuno ancora non sapesse cos’è il camp! Ma qui siamo ben oltre. Un trittico dedicato a Copi. Humor squisitamente nero, immagini e vicende dell’improbabile-possibile, il travestimento come abito mentale ancor prima che reale. Da Loretta, interpretazione preferita di Copi, fino alla storia di tre donne checoviane dal sesso XyXXqZbong!.

20 febbraio – 4 marzo

L’importanza di chiamarsi Ernesto

di Oscar Wilde

Regia di Mario Missiroli. Con Geppy Gleiyeses e Deborah Caprioglio

Ultimo dei cosiddetti social plays e ultimo lavoro prima della condanna per sodomia e il carcere. Definita come la più bella commedia inglese mai scritta è una dichiarazione di guerra dandy all’alta società britannica. Un testo capace di scardinare i meccanismi della drammaturgia del tempo.

4) Teatro Arsenale

4-20 maggio

Mr. Bourroughs Mr. Bladerunner

Progetto e regia di Annig Raimondi

Uno spettacolo sulla poesia del ‘900 americano. Protagoniste le opere di Willy Burroughs e Ginsberg. Da

uno sguardo allucinato, violento e metallico al ipervitalismo lirico della “…santa soprannaturale extra brillante intelligente bontà dell’anima”

5) Teatro Litta

5-17 giugno

Shopping & Fucking

Di Mark Ravenhill

Regia di Barbara Nativi

Quattro ragazzi dai nomi di cantanti delle pop-trash band. Una Londra cinica e disumana. E’ lo spettacolo più provocatorio del West End che ha reso Ravenhill famoso in tutto il mondo. Droga, sesso e sadomasochismo a braccetto con uno shopping ossessivo-compulsivo. Un viaggio tra le pulsioni di morte di una gioventù senza scampo dove “il denaro è civiltà e la civiltà è denaro”.