ROMA – Il Papa davanti al Presidente della Repubblica e di tutte le più alte cariche istituzionali, a due settimane dal referendum sulla fecondazione, manifesta “non poche preoccupazioni” davanti a quegli orientamenti normativi che minano la famiglia, la tutela della vita e non riconoscono la parità scolastica.
“Come Ella, Signor Presidente, può ben comprendere -ha detto Benedetto XVI – non poche preoccupazioni accompagnano questo inizio del mio servizio pastorale sulla Cattedra di Pietro. Tra di esse vorrei segnalarne alcune che, per il loro carattere universalmente umano, non possono non interessare anche chi ha la responsabilità della cosa pubblica. Intendo alludere al problema della tutela della famiglia fondata sul matrimonio, quale è riconosciuta anche nella Costituzione italiana (art. 29), al problema della difesa della vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale e infine al problema dell’educazione e conseguentemente della scuola”.
Sulla famiglia il Papa torna a parlare in un passo successivo. E definisce il nucleo primario della società un “valore importantissimo che deve essere difeso da ogni attacco mirante a minarne la solidità e a metterne in questione la stessa esistenza”. Un riferimento indiretto alle proposte normative riguardanti il riconoscimento delle coppie di fatto (gay ed etero). Quanto alla vita umana “la Chiesa -ha aggiunto- riconosce un bene primario, presupposto di tutti gli altri beni, e chiede perciò che sia rispettata tanto nel suo inizio quanto nel suo termine, pur sottolineando la doverositàdi adeguate cure palliative che rendano la morte più umana”.
