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PARIGI AVRA’ UN SINDACO GAY?

Bertard Delanoe, purosangue del Partito Socialista e omosessuale dichiarato, è in corsa per la poltrona di primo cittadino della capitale francese. QX fa il tifo per lui e ve lo racconta.

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Chi è l’uomo che la “Gauche Plurielle” opporrà al candidato della destra per la guida della capitale francese?
E’ Bertrand Delanoe, nato a Tunisi nel 1950, che entra nel Partito Socialista (PS) all’età di 22 anni e viene subito notato e apprezzato per le sue qualità, tanto che François Mitterand lo integra, ad appena 29 anni, nel comitato direttivo del PS. Dal 1977 è consigliere comunale di Parigi e nel 1981 viene eletto deputato della XVIIIima circoscrizione di Parigi. La sua forza e le sue grandi capacità lo portano a diventare nel 1981 portavoce del PS e la sua carriera sembrava lanciata verso i più alti vertici dello stato quando nel 1986 lascia i suoi incarichi per dedicarsi alla creazione di una propria attività economica mantenendo solo il suo mandato di eletto di Parigi.

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All’epoca l’omosessualità di Delanoe non era ancora di dominio pubblico e forse questo aiuta a spiegare il motivo del suo insolito ritiro dalla scena nazionale; lui stesso ha poi avuto occasione di dire che se non fosse stato omosessuale la sua carriera sarebbe potuta essere migliore ed è difficile dargli torto se si pensa che il suo successore a portavoce del partito oggi è presidente dell’Assemblea Nazionale (equivalente della Camera dei Deputati italiana). Questa lunga pausa di riflessione, ben sette anni, ha preparato la sua riscossa. Nelle comunali di Parigi del 1995 Bertrand Delanoe è alla testa dei Socialisti e, grazie al grande lavoro sul campo che ha svolto sempre a stretto contatto con i cittadini, Delanoe riesce a strappare 6 circoscrizioni su 20 al partito di Chirac ponendo così fine al “grand chelem”, il dominio incontrastato della destra durato per 12 anni in tutte le circoscrizioni della capitale, e triplica il numero di seggi ai socialisti.

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Bertrand Delanoe si sforza di incarnare un modello diverso di uomo politico; denuncia il clientelismo e le prebende, le speculazioni edilizie e l’invasione delle auto che soffoca la capitale, il declino sociologico e culturale, e allo stesso tempo lavora accanto ai cittadini ed in stretta collaborazione con loro e con il mondo delle associazione nello spirito di una rinnovata pratica democratica. E’ parte del suo concepire la politica come servizio vicino ai cittadini il fatto di marciare ogni anno da più di 10 anni alla testa del Gay Pride di Parigi. Nel 1995 i parigini premiano ancora il suo impegno eleggendolo senatore e dai banchi del Senato Delanoe si batte con convinzione per l’adozione della legge sui PaCS.
Proprio per il suo senso dell’onestà e della giustizia non può più rimandare un chiarimento che sente ormai come dovuto nei confronti dei suoi concittadini. Nel 1998 quindi dichiara pubblicamente la sua omosessualità, anche se questo avrebbe potuto danneggiarlo nella corsa all’interno del PS alla candidatura a sindaco di Parigi. Nel fare il suo coming out Delanoe tiene a precisare che questo è un “non-evento” perché la sua vita privata è una cosa che riguarda solo lui e questo è tanto più vero in Francia dove la gente giudica i politici dalle loro azioni senza intromettersi nella loro privacy. Allo stesso tempo Delanoe lancia una sfida, sia entro il suo partito sia alla destra omofoba che sta attaccando la legge sui PaCS: “Io sono stato chiaro, se qualcuno hai dei problemi col fatto che io sono omosessuale, abbia il coraggio di dirlo altrettanto chiaramente”.

E’ iniziata così la lunga corsa per le elezioni comunali del marzo prossimo per amministrare Parigi, la città che è la vetrina rappresentativa del paese e che ha un budget di 35 miliardi di franchi, più di due ministeri messi assieme. Benché Delanoe non sia d’accordo, la sua candidatura in effetti è un evento: l’evento sta nel fatto che, se dovesse vincere, i francesi non sarebbero disturbati dall’essere rappresentati da un gay, a dimostrazione della grande evoluzione nel modo di pensare che la discussione sui PaCS ha portato in Francia. A quando in Italia una discussione sulle Unioni Civili? A quando la candidatura di un sindaco gay?