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PERCHÈ NO A UN GAY GOVERNATORE?

Il “caso” Nichi Vendola, candidato alla presidenza della Regione Puglia da Rifondazione. Ma alcuni nella Gad sono scettici. Omofobia? Opportunismo? Parlano gli interessati.

MILANO – Sotto l’abete natalizio della GAD o FED, l’alleanza di centrosinistra, fioriscono dispute e accesi dibattiti sui nomi dei candidati alle Regionali del prossimo anno. Una in particolare, quella di Nichi Vendola a presidente della Regione Puglia sta lacerando i rapporti con Rifondazione. Fausto Bertinotti è fermo nel difendere la partecipazione aperta nella scelta dei candidati: «andare a una riunione di quadri intermedi, è una scelta secondaria». Il rebus pugliese è l’opzione tra Francesco Boccia e l’omosessuale Vendola. Immediata la «sparata» di Francesco Cossiga sul «Giornale”: «lo stanno discriminando, non lo vogliono in quanto gay». Allenati al sibillino Cossiga, cerchiamo di trovare altre ragioni più dirette.
«Non ho mai sostenuto che ci fosse una discriminazione alla persona per motivi di orientamento sessuale. Quella di Cossiga è stata una sottile strumentalizzazione, com’è capace di fare quel geniaccio, monellaccio di Cossiga. La mia militanza gay è uno degli elementi che costituiscono, anche nell’immaginario politico, la cifra della mia radicalità. Probabilmente i dubbi riguardavano la scesa in campo in una competizione di governo regionale, di un personaggio che incarna fortemente un’idea di alternativa». Questo dice Vendola, come a significare un’idea precisa di far politica.
Il movimento Glbt non si è schierato apertamente, ma abbiamo raccolto due pareri contrastanti tra loro, indicativi di quella battaglia che si svolge all’interno della Gad.
«Conosco Nichi molto bene – dice Marco Juvenal, segretario di Gaylib – ma gli ho sempre contestato di essere agli ordini del partito, ancor prima di portare avanti la politica gay. Il fatto che venga emarginato fa pensare, rispetto ad altri soggetti come Grillini o la De Simone. Nichi è dichiaratamente gay ma non è che abbia mai fatto una campagna che ci riguardasse. Devo precisare che Rifondazione è l’unico partito in cui non mi è mai capitato di sentire alcuna battutina da bar contro i gay; insomma bisogna capire cosa c’è dietro questa situazione, mentre la nostra posizione alla luce dei fatti resta equidistante».
«Non capisco questo ragionamento – replica Vendola – non ricordo di aver visto quelli di Gaylib. La verità è che io non ho voluto fare l’omosessuologo, perché i diritti degli omosessuali non sono un argomento specifico ma investono la politica nella sua generalità. Non ho mai voluto fare della mia omosessualità un gadget elettorale; questo tutti lo sanno e non ho mai detto votatemi in quanto gay ma per le cose che ho fatto, che ho potuto fare. La mia rivendicazione in uno spazio pubblico, in quanto gay, me lo sono preso facendo battaglie contro la mafia o per l’ambiente. Viceversa quelli che fanno politica essendo gay, che militano in Alleanza Nazionale, dovrebbero ricordare le campagne elettorali che AN e la destra ha fatto contro di me, cercando di mettermi sulla graticola nelle pubbliche piazze».
Antonello Cabras, responsabile Enti Locali Ds è più che deciso. «Noi – spiega – abbiamo fatto una valutazione insieme alle altre forze della coalizione e alla luce di quanto successo ci siamo dedicati a sostenere la candidatura di Boccia, visto che Di Vella aveva fatto un passo indietro. Va bene, adesso faremo le primarie e il candidato che verrà fuori sarà il candidato di tutti. Il punto centrale è quello di capire se Vendola raccoglie i consensi per competere e vincere contro Fitto. Non dobbiamo dimenticare che quella è la regione di Aldo Moro, con un tratto politico che raccoglie la tradizione moderata di centrodestra. A noi non appare che un candidato di Rifondazione Comunista sia quello che più di altri può aumentare le chance di successo; questo a prescindere da quelle che sono le sue caratteristiche personali e sessuali».
Dello stesso parere è il senatore Roberto Biscardini, Sdi, pur credendo che la questione è puramente politica e la parola ultima va data alle primarie perché il candidato sia davvero unico. «Non c’entra nulla – dice – l’omosessualità di Vendola; e ci mancherebbe».
Alle parole di Cabras, replica il presidente Arcigay, Sergio Lo Giudice: «Vendola è un ottimo candidato e sarebbe un ottimo presidente della Regione Puglia. Una cosa è certa: non vi è persecuzione per la sessualità di Nichi anche se continua a permanere nelle forze politiche della Gad l’idea che una persona che esprima una visione laica o che abbia una identità gay fa perdere voti. Questo è un falso problema e un errore di prospettiva. La politica è lacrime e sangue, è passione, è desiderio, per questo Nichi, proprio per la radicalità della sua esperienza di vita, può essere uno che riesce ad attivare consenso e partecipazione. La Puglia è la regione di Aldo Moro, ma anche la regione del Gay Pride, del capoluogo definito “la Milano del sud”, ancor di più la regione di Marco Biseglie, il fondatore dell’Arcigay: abbiamo un debito specifico con la Puglia. Insomma, come dire, è una regione che è riuscita ad esprimere personaggi di grande rilievo, come lo stesso Nichi Vendola, proprio partendo da valori forti di liberazione e cambiamento». Così, tanto per essere più specifici, Lo Giudice ricorda il caso del sindaco Rosario Crocetta, eletto in un comune siciliano dove la mafia la fa da padrona. Un comunista e omosessuale diventa sindaco in un feudo della mafia. Allora, forse qualcosa questo vuol dire oltre le valutazioni del bravo Cabras.
«Rifondazione sta facendo un’operazione di grande coraggio politico – spiega ancora Vendola – e la mia candidatura nasce dalla forza che il partito ha nella realtà pugliese, dove sono percepito come qualcosa che va al di là di Rifondazione. La situazione di Cabras, quindi dei Ds, è emblematica. La difficoltà di confrontarsi con le verità dogmatiche deriva dal fatto che esse non hanno bisogno di nessun elemento di verifica: si autodimostrano. Non significa nulla la terra di Aldo Moro se dimentichiamo che siamo nella terra di Di Vittorio, di Tommaso Fiore, Gaetano Salemi, nella terra del Gay Pride. Con una frase come quella recitata da Cabras si può porre il veto a qualunque candidato, in qualunque terra. I Ds a volte parlano per metafore, non secondo un principio di realtà, perché il mondo di cui parlano produce la rincorsa del centro. Oggi è una nebulosa il centro e siccome c’è questo benedetto centro da rincorrere, l’offerta politica deve essere sempre all’insegna del moderatismo».
Non resta che attendere i risultati delle primarie, ma forse la sinistra, mancando di coraggio nel sostenere Nichi Vendola, comincia a farci intendere tutte le difficoltà che riguardano la comunità omosessuale italiana in temi di diritti. Vedremo!

di Mario Cirrito