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Persecuzioni: 23enne gay iraniano chiede aiuto

Un giovane omosessuale è stato arrestato, ripudiato dalla famiglia ed è riuscito a fuggire in Europa, dove chiede asilo. In Iran la legge prevede la condanna a morte, c’è bisogno d’aiuto.

ROMA – L’Associazione Nessuno tocchi Caino lancia un appello chiedendo sostegno per aiutare Z.M., un ragazzo gay iraniano, ripudiato dalla famiglia, che è fuggito in Svizzera dove sta tentando di chiedere asilo. La vicenda è iniziata con l’arresto da parte della polizia di alcuni giovani che si riunivano per discutere delle persecuzioni messe in atto dal regime iraniano contro gli omosessuali. Uno dei giovani, Z.M. appunto, di 23 anni, è rilasciato su cauzione, pagata dal padre. Quando però il genitore scopre il motivo dell’arresto del figlio cominciano le ritorsioni: gli toglie i documenti e fa i nomi di altri suoi amici alla polizia. Il ragazzo scappa di casa, riesce a uscire dal paese nascondendosi in un container e ad arrivare sino in Svizzera. Chiede asilo ma le autorità elvetiche glielo rifiutano perché nei suoi confronti non è stata emessa alcuna condanna. Ancora. Ma se fosse rimpatriato rischierebbe la vita.
Col ragazzo è in contatto da tempo Stefano Fabeni, italiano negli USA nel team del programma LGBT dell’organizzazione Global Rights, che ricorda come da tempo le associazioni per la difesa dei diritti umani denunciano le pesanti persecuzioni messe in atto dal regime iraniano verso ogni forma di espressione di orientamento omosessuale, anche se solo indiretto come tutto ciò che viene ritenuto come atto, materiale o meno, omoerotico, anche il solo dormire nudi nello stesso luogo. La legge iraniana prevede la condanna a morte per il reato di sodomia consensuale, a meno che l’imputato non sia riconosciuto come malato di mente. I gay condannati alla pena capitale sono considerati “nemici di Dio” e una tale accusa può anche essere usata strumentalmente come forma di persecuzione politica. Il caso di Z.M. è adesso in fase di riconsiderazione, ed è noto all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ma la sua situazione è davvero difficile in quanto senza sussidi o benefici assistenziali. Il rischio per lui è ancora quello dell’espulsione e di rimpatrio in Iran. Non avendo regolare permesso di soggiorno non ha quindi possibilità di lavorare per potersi mantenere.
^dL’Associazione Nessuno tocchi Caino invita a sostenerlo. Lo si può fare inviando un contributo, di cui c’è pressante bisogno, attraverso i canali dell’Associazione stessa che al più presto gli girerà gli aiuti pervenuti. Chi vuole può effettuare un bonifico bancario, ricordandosi di specificare nella causale del versamento la frase PROFUGO GAY IRANIANO.
Modalità di versamento per Nessuno tocchi Caino. Bonifico bancario (con scritta la causale):
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Oppure conto corrente postale (con scritta la causale del versamento): cc/p n. 95530002 intestato a Nessuno tocchi Caino V. di Torre Argentina 76. 00186 – Roma. Chiunque volesse avere ulteriori informazioni e fosse interessato a fornire aiuti può contattare Sergio Rovasio alla email s.rovasio@radicali.it, Stefano Fabeni email sf2126@columbia.edu, Maria Gigliola Toniollo, responsabile del settore Nuovi Diritti della CGIL, nuovidiritti@mail.cgil.it oppure la giornalista Delia Vaccarello (Delia.vaccarello@tiscali.it) che si è occupata del caso di Z.M. sulle pagine dell’Unità. (RT)