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PERUGIA APPROVA IL REGISTRO

Nonostante l’opposizione del centrodestra (e le affermazioni omofobe), il capoluogo umbro sceglie di tutelare le coppie di fatto. Grillini: «Un fatto simbolico, ma che può avere effetti pratici».

PERUGIA. Dopo l’agitata seduta della settimana scorsa e le sconcertanti dichiarazioni del capogruppo di Alleanza Nazionale Rocco Valentino («E’ aberrante che coppie dello stesso sesso siano riconosciute formalmente»), il Consiglio comunale del capoluogo umbro approva l’istituzione del registro comunale per le coppie di fatto e la maggioranza di centrosinistra – nonostante alcune defezioni dei “Popolari” della Margherita (ma con il voto favorevole del consigliere di Forza Italia Massimo Monni, comunque non decisivo ai fini del voto) – incassa un risultato politico che va ben oltre gli effetti immediati del provvedimento in questione. Come peraltro dimostra il commento in “tempo reale” dell’On. Franco Grillini, giunto da Bologna. Il parlamentare diessino alla Camera non nasconde la sua soddisfazione: «Si tratta di un avvenimento di grande importanza perché si aggiunge agli altri trecento comuni che hanno già istituito il registro delle unioni civili. Sul piano politico – continua Grillini – sembra evidente, al di là di qualche defezione personale, la compattezza della maggioranza che governa il comune di Perugia. Questa maggioranza, garantendo la propria presenza durante i lavori del consiglio, ha vanificato l’atteggiamento ostruzionistico di chi voleva impedire a tutti i costi che si votasse un provvedimento “sacrosanto”».
Sull’utilità dei registri delle unioni di fatto Grillini è ottimista: «Questi registri – ammette – hanno un valore soprattutto simbolico, ma possono avere anche un effetto pratico, se teniamo conto di tutti quei provvedimenti che hanno varato negli ultimi tempi comuni, Regioni ed enti locali con l’obiettivo di ricomprendere anche la realtà delle famiglie di fatto. Spiace notare – conclude il deputato – che ancora una volta il centrodestra, salvo esigue eccezioni, continua ad esprimersi in modo negativo sulla politica dei diritti individuali di libertà. Siamo di fronte ad una forza arrogante ed illiberale, subalterna al clericalismo più retrivo, in nome del quale è pronta a sacrificare i diritti umani e civili.»
Anche a Perugia, i commenti degli esponenti della maggioranza e dell’Arcigay sono improntati alla soddisfazione, anche se rimangono dei dubbi – come sempre in questi casi – circa l’effettiva possibilità che il registro delle unioni civili ha di incidere nella vita quotidiana dei cittadini. «Proprio per questo – dichiara la delegata dal sindaco per le Pari Opportunità, Maria Pia Serlupini – c’è bisogno di porre subito la questione delle coppie di fatto all’attenzione del Parlamento nazionale. Perché i registri comunali delle unioni civili sono utili ed importanti, ma risultano insufficienti se non vengono accompagnati da una normativa di carattere nazionale. Anche se indubbiamente – aggiunge la consigliera diessina – il fatto in se stesso rappresenta un grande risultato politico e culturale.»
Anche Patrizia Stefani parla di “grande risultato, non solo per Perugia”. In una nota, la presidente dell’Arcigay cittadina afferma di aver «temuto il peggio, soprattutto per le affermazioni faziose e discriminanti di alcuni componenti della minoranza di centrodestra. Il voto del Consiglio comunale – prosegue – rappresenta un atto di civiltà e di rispetto della laicità dello Stato, che si inserisce in una visione di convivenza democratica e di pluralismo culturale, ponendo un rifiuto di prassi discriminatorie e di esclusione sociale.» Sono ancora moltissime, infatti secondo la Stefani, le coppie di fatto che vivono senza alcun sistema di tutela giuridica, ai margini «della cittadinanza. Per questo – conclude – considerando che il rispetto di scelte, culture e valori differenti è la sola strada per la costruire una società democratica, abbiamo appoggiato l’iniziativa dei Radicali di Perugia, che insieme a noi portano avanti questa battaglia con l’appoggio delle stesse forze politiche di maggioranza, della Giunta comunale e del Sindaco. Siamo certi che ciò contribuisca a rafforzare i principi di libertà, di convivenza, di solidarietà, di rispetto, di responsabilità individuale» di tutti i cittadini e al tempo stesso rappresenti un esempio positivo per molti comuni e molte regioni d’Italia.

di Dario Remigi