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Pietro Psaier, l’amico fantasma di Warhol

Salta un’asta in Inghilterra perché non si trovano i documenti dell’artista di origine italiana, una scoperta di Andy Warhol che si chiamerebbe Pietro Psaier. Ma molti dubitano della sua esistenza.

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Un curioso mistero di fine estate sta solleticando il mondo dell’arte contemporanea, per altro più compassato di quanto non si creda. Ieri si doveva tenere un’asta come tante nella prestigiosa galleria di John Nicholson a Fernhurst, nella contea del Surrey in Inghilterra. Ma all’ultimo momento è stata annullata perché non si trovavano i documenti dell’autore, Pietro Psaier, di cui Nicholson aveva tra l’altro già venduto in passato più di 1500 opere. Non un certificato di nascita né una foto attendibile (su Internet ne circolano un paio: sarà lui?) per togliere un dubbio atroce che sta assillando gli esperti, ossia una prova certa che Pietro Psaier sia realmente esistito.

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Una biografia non ufficiale di Psaier esiste, ed è alquanto avventurosa: nato in Italia nel 1936, si sarebbe occupato di design automobilistico fino alla morte del suo mentore, l’industriale Enrico Mattei – pare che collaborò anche con Enzo Ferrari a Maranello – per trasferirsi prima a Madrid e poi a New York. Per sbarcare il lunario, trovò impiego come cameriere in un bar dove conobbe Andy Warhol che lo soprannominò "Peter l’italiano". Psaier sviluppò così una tecnica derivativa appresa alla Factory in pieno stile pop-art che gli fece girare il mondo, dagli Stati Uniti all’Europa, dal Messico all’India. Secondo alcune fonti, Psaier si sarebbe infine stabilito su una spiaggia dello Sri Lanka dove sarebbe stato travolto dallo tsunami del 2004 ma il suo corpo non fu mai trovato. Eppure, alla Warhol Foundation non ne sanno nulla e non esiste una sola traccia di Pseier nelle registrazioni e negli appunti di Andy che, come testimonia il bellissimo diario della sua assistente-segretaria Pat Hackett, annotavano qualsiasi minimo accadimento nelle sue convulse giornate.

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Tra le opere di Psaier, alcune sono di vaga ispirazione gay, quali varie opere degli anni ’60 che riproducono nudi integrali maschili, anteriori e posteriori, spesso dormienti. L’ultima opera realizzata sarebbe una serie di sedici oli su tela sul tema della passione di Cristo acquistati per decorare una cappella costruita da Mel Gibson nel suo ranch di Malibu.

Riguardo alle foto che ritrarrebbero Psaier insieme a Warhol, l’archivista Matt Warbican dell’Andy Warhol Museum, smentisce che siano autentiche: la persona ritratta insieme non sarebbe identificabile come Pietro Psaier. Insomma, l’enigma persiste: Psaier, chi era costui?