Polemiche sul manifesto per l'amore gay: "Offende il Papa" - mariabellofiore grossetoBASE 1 - Gay.it Archivio

Polemiche sul manifesto per l’amore gay: “Offende il Papa”

È successo a Grosseto dove l’autore di un libro sulla storia di una ragazza lesbica ha affisso un manifesto che chiede le nozze gay. L’associazione “Scienza e Vita” insorge: “Irriverente e offensivo”

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"Quel manifesto è arrogante e va rimosso". Questa la posizione di chi, a Grosseto, non ha gradito il manifesto 6×3 con il quale lo scrittore, il maremmano Cristiano gentili, ha scelto di lanciare un messaggio contro l’omofobia, prendendo spunto dal suo libro. "Io, Maria Bellofiore" racconta la storia di una ragazza lesbica di un paesinomaremmano che vive in maniera conflittuale la propria sessualità che non sarebbe accettata dal’ambiente provinciale in cui vive e, soprattutto, dalla famiglia. Il manifesto incriminato, oltre alla copertina del libro che raffigura una donna che si guarda allo specchio con un effetto molto simile ad un bacio saffico, riporta un paio di frasi (che sono il vero pomo della discordia):
"Io, Maria Bellofiore e la mia fidanzata desideriamo sposarci in chiesa. Sua Santità ci concede la grazia?".

Troppo, per l’Associazione Scienza e Vita (la stessa che a Brescia ha co-sponsorizzato l’incontro con Joseph Nicolosi, per intenderci) presieduta dall’avvocato Gianfanco Amato che tuona contro lo slogan e addita la cosa come "irriverente nei confronti del Santo Padre e della Chiesa cattolica, perché ciò significa non avere rispetto della sensibilità dei cattolici grossetani ed offenderne i sentimenti religiosi, per una mera logica di promozione commerciale".
A quanto riporta il quotidiano Il Tirreno, però, Gentili non ha voluto quel manifesto per promuovere il libro, ma per mandare un messaggio contro l’omofobia, cosa che, in sostanza, fa anche il suo scritto.

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"Liberi i promotori di proporre un messaggio culturale che la maggioranza del popolo italiano non accetta – dice Amato al Tirreno – ma senza per questo urtare i sentimenti di chi non è d’accordo, perché il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è riconosciuto dalla nostra Costituzione, e non appartiene alla tradizione culturale ed etica del nostro Paese. Chi lo propugna dovrà convincere la maggioranza degli italiani, e dei loro rappresentanti in parlamento, a modificare l’attuale vigente normativa in materia". Ma a far perdere il sonno all’avvocato è la presunta "pretesa di modificare anche gli insegnamenti del magistero della Chiesa attraverso l’introduzione di un matrimonio omosessuale religioso. Un fatto che appare semplicemente un atto di gratuita arroganza".

"Questa è la prima iniziativa di sensibilizzazione che ho pensato – spiega ancora al Tirreno l’autore del libro e del manifesto – ma durante tutta l’estate ce ne saranno altre. E tutte a sorpresa". Ma perché proprio il matrimonio religioso? "In chiesa – spiega – perché gli omosessuali cattolici sono tanti, e hanno il diritto di sposarsi come gli eterosessuali. Non si possono affrontare questi temi soltanto quando scoppiano scandali. E soprattutto è ingiusto e davvero indecoroso continuare con il vecchio errore di assimilare i gay ai pedofili".
E per fortuna, non tutti i grossetani la pensano come l’avvocato Amato e non tutti si sono sentiti offesi da Maria Belfiore, Cristiano Gentili e dall’amore omosessuale. In molti hanno commentato positivamente l’iniziativa e mandato messaggi di solidarietà sui forum.

"Non c’è nulla di provocatorio nel pretendere il diritto all’uguaglianza e al creare una famiglia per le coppie gay – dice Cristina – l’Italia non ha intrapreso il percorso del riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto. Stiamo diventando un Paese omofobo, dove purtroppo le aggressioni a gay, lesbiche e transessuali sono all’ordine del giorno". "L’omosessualità non è una peste, bensì un tratto umano da riconoscere e rispettare. Tutta Europa ha già riconosciuto il matrimonio gay e le coppie di fatto – aggiunge Marta D’Agosto – possibile che solo l’Italietta dei ben-pensanti non voglia compiere questo passo di civiltà?". "Il diverso fa sempre paura – dice ancora Marta – ma se al diverso non si fa spazio, la paura continuerà a guidare le nostre menti portando, senza che ve ne sia una ragione reale, al discriminare dell’altro e alla negazione dei diritti. Attenzione agli effetti perversi di questa spirale".