POLITICI CHE AMANO IL PACS - Roma e torino 015 - Gay.it Archivio

POLITICI CHE AMANO IL PACS

Carena: “Comunisti che parlano di gay”. Bellillo: “La Turco bocciò la mia legge”. Violante: “Lavorare coi cattolici”. Diliberto: “E le adozioni?”. Cronache di un convegno.

TORINO – Generare una forza comune che si mobiliti tra gennaio e febbraio quando il Pacs approderà alla Camera. Ai partiti chiederemo, nero su bianco, il sì o il no. La proposta arriva da Andrea Benedino, dirigente del Cods, rivolta al “Pasolini”, il coordinamento Glbtt dei Comunisti Italiani che sabato ha organizzato a Torino insieme a “Informagay” il convegno: “Comunismi – Diritti Civili – Orientamenti sessuali“.
Si è parlato di storia del movimento, oscurantismi e persecuzioni, diritti civili e Pacs. Rosalba Carena, portavoce nazionale del Pasolini spiega il senso di questo incontro. «Volevamo che fossero i comunisti e non altri a discutere anche in forma negativa, come ha fatto Pivetta quando ha parlato di Stalin e Pasolini, sulla storia che riguarda i gay. E’ importante che ci siano qui compagni che col vecchio Pci hanno avuto rapporti difficili ma che hanno capito che oggi questa sinistra è leggermente cambiata e non ha paura di affrontare i problemi che ci riguardano». E la sinistra non ha dato forfait! Presenti per il PdCI, Katia Bellillo e il segretario nazionale Oliviero Diliberto; Laura Cima dei Verdi; il capogruppo Ds alla Camera, Luciano Violante insieme a Gianni Rossi Barilli, Elisabetta Palici di Suni, Franco Mittica e Piero Pirotto di Informagay, Enzo Cucco della Fondazione Sandro Penna, Maria Gigliola Toniollo, responsabile Nuovi Diritti della Cgil, Porpora Marcasciano del Mit e Francesco Pivetta.

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L’anima nera che vaga sul convegno ha il nome di Livia Turco, rea di un’alleanza con Alessandra Mussolini, sul tema delle coppie di fatto. Non ne fanno mistero la Bellillo e Diliberto, non piace ai Verdi e a Benedino (foto) e ha scandalizzato Violante. A molti non è piaciuto neppure il plauso rivolto ad una post-fascista da GayLib su una proposta definita ignominiosa. Francesco Pivetta spiega: «il caso Turco è il polso di una situazione. La società oggi è più avanzata dei suoi legislatori. Sul Pacs il problema è quello dell’emancipazione e l’alleanza con i cattolici. Comunque verranno fuori delle leggi essendo ancorati al carro americano ed europeo nonostante i cattolici. Quello che mi spiace del movimento, al di là delle sigle, è che si riconosce su alcuni elementi di diritti dimenticando il desiderio omoerotico della persona. Quando la sessualità viene irreggimentata si applicano diritti civili ma dovrà anche essere ripensato cos’è il desiderio. Mieli a suo tempo esplodeva proponendo la carica erotica come eversiva, e forse qualche ragione l’aveva. Nel dopoguerra la sudditanza del Pci verso la Chiesa nascondeva una sessuofobia e ostracismo che toccava anche la classe operaia, scomparsa poi negli anni ’60. Oggi la sinistra rimane il referente più credibile».

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Gli fa eco Enzo Cucco: «lo strabismo sulla nostra storia ci ha visto spesso perdenti, anche su alleanze parlamentari. La nostra realtà oggi è l’impegno che chiediamo ai legislatori per l’approvazione del Pacs, anche se sul piano politico le unioni di fatto potrebbero usare l’istituto del matrimonio». Oggi potremmo definirci sui diritti la Vandea dell’Europa? «Certo che sì – risponde Katia Bellillo – dobbiamo però usare tutti gli strumenti che ci permettono di denunciare a livello europeo le discriminazioni che questo governo fa contro i cittadini Glbtt. Quando eravamo al governo ero riuscita a confezionare la legge sui Patti di convivenza, iscritta poi all’ordine del giorno nel Consiglio dei ministri, pronta per essere attuata. Fu stoppata dal ministro Toglia e dalla Turco con motivazioni politiche diverse. Oggi riprendiamo un progetto di lotta sul Pacs che non sia di appendice alle altre battaglie collettive e sociali, ricordando ai Popolari che nel loro ultimo congresso europeo si impegnarono solennemente a riconoscere altre famiglie che non fossero quelle tradizionali. Non possono votare una cosa in Europa e fare il contrario in Italia». La sinistra riprenda coraggio sul Pacs, dice dal palco Gianni Rosi Barilli, perché la politica non sia solamente tecnica amministrativa o mercato elettorale.

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Maria Gigliola Toniollo, parla del caso Mariotti e delle discriminazioni sul lavoro. Fu quella una battaglia vinta grazie alla Cgil, mentre la Uil era contraria e la Cisl rispediva al mittente ogni caso a difesa dei gay sul posto di lavoro. Oggi l’orientamento sessuale e la difesa per le coppie di fatto fa parte dello statuto della Cgil. Laura Cima, vanta la parità parlamentare tra sessi che i Verdi da sempre hanno attuata e l’appoggio al Pacs e alle altre lotte che non verrà mai meno da un partito guidato da un politico bisessuale.

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Luciano Violante spiega: «Il problema coi cattolici esiste quando fanno a gara su chi è più realista del re, ma dobbiamo trovare punti di convergenza e duttilità parlamentare. Vorrei spiegarle la questione del Pacs. I diritti civili sono punti di identità per i Ds, ma oggi nel centro-sinistra le priorità sono: le guerre, la giustizia e la famiglia. Se come Ds non riusciamo a risolvere i disastri attuali su questi temi e a non far capire ai cattolici l’importanza libertaria del Pacs, allora sarà difficile. Ma c’è un’altra questione. Noi e voi dobbiamo fare dibattiti su chi la pensa diversamente; aprire spazi di confronto in tutte le città e non dirci le cose solamente tra noi. E a gennaio portare il Pacs nell’aula di Montecitorio, aiutati dalla piazza e dall’Europa». Perfetto!

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«Ottimo – replica Oliviero Diliberto – sul Pacs dobbiamo fare una rivoluzione culturale, riappropriandoci della parola libertà usurpata dalla destra. Quando Violante attacca Berlusconi sulla mafia ci spiega che sui diritti bisogna essere rigorosi. Occorre battere l’oscurantismo clericale ogni volta che si parla di famiglia, mentre qualche Ds da Costanzo va a fare vergognosa comunella con una para-fascista. Dobbiamo porre le condizioni per la caduta di questo governo prima che ci lasci una società di privilegiati e una di elemosinanti; per non fare in modo che, una volta tornati alla guida del Paese, ci toccherà impegnarci sui disastri ereditati e non poterci occupare di diritti. Dobbiamo togliere l’abominiosa legge sul mercato del lavoro, che aggiunge tragedia al lavoratore diventato oggetto di contrattazione; abrogare la riforma Moratti e dare diritti ai lavoratori, alle donne e agli omosessuali con il Pacs e perché no?, anche con le adozioni».

di Mario Cirrito