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Porn performer a portata di click

Grazie ai nuovi media, le distanze tra gli attori porno e i loro fan si accorciano sempre di più, al punto che un performer può chiedere aiuto ai suoi ammiratori e un altro mettersi a fare politica.

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Fino a non molto tempo fa il mondo della pornografia era vissuto in maniera abbastanza passiva dai suoi fruitori, e il massimo che potevano fare era spedire qualche lettera alle case di produzione, o magari a qualche rivista, nella speranza che le recapitassero ai loro idoli. Questo valeva in particolare per la pornografia gay e per i fruitori italiani della stessa, visto che veniva ideata e realizzata quasi esclusivamente in nazioni molto distanti sia dal punto di vista geografico che da quello culturale. Per decenni le star dell’hard gay vivevano, di fatto, su un altro pianeta. Poi è arrivato internet, con i suoi blog e i suoi social network, ed è stato un vero e proprio terremoto che ha rivoluzionato il modo di intendere la pornografia gay e i suoi protagonisti, ma soprattutto il loro rapporto col pubblico e il rapporto del pubblico con la loro vita.

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Proprio in questi giorni, ad esempio, Jordan Jaric ha lanciato un appello disperato ai suoi fan sparsi in tutto il mondo: purtroppo ha scoperto che deve subire un’operazione per asportare un ascesso che sta premendo pericolosamente sul suo cervello, e purtroppo questo costoso intervento non è coperto dalla sua assicurazione sanitaria. Così la sua ultima speranza rimangono le donazioni dei fans sul suo conto paypal. Ovviamente l’augurio è che tutti i suoi problemi si risolvano quanto prima, magari grazie anche al supporto morale del suo storico collega ed ex fidanzato Aden Jaric (che si è riavvicinato a lui proprio in questo difficile momento). In ogni caso è interessante notare come internet stia contribuendo a dare una nuova ed inedita dimensione al rapporto che lega i gay porn performer al loro pubblico: grazie a questo strumento si presentano sempre più spesso «senza veli» in senso lato, non più solo come sogni omoerotici, ma come esseri umani dotati di pregi e difetti… E magari di idee politiche alquanto discutibili.

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Il porn performer Rod Daily , ad esempio, sul suo profilo Twitter ha annunciato ufficialmente che supporterà la candidatura presidenziale del magnate Donald Trump, che sulla questione gay ha delle idee decisamente conservatrici. Sia come sia c’è da dire che internet ha contribuito ad una maggiore globalizzazione dell’industria pornografica gay sotto diversi punti di vista, suggerendo una serie di idee che qualche anno fa sarebbero state decisamente complesse da mettere in pratica. La storica casa di produzione Bel Ami, ad esempio, ha deciso di aprire le sue porte anche ai modelli sudamericani, e dopo avere aperto degli uffici a Bratislava (Slovacchia), Praga (Repubblica Ceca) e Budapest (Ungheria) ha deciso di aprire un ufficio casting anche a… Rio De Janeiro! Da maggio, quindi, inizierà a selezionare i modelli che andranno a dare una nota di colore carioca alle sue rinomate produzioni, a riprova del fatto che i tempi cambiano e che è inutile avere dei pregiudizi etnici.

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D’altra parte non si tratta certo della prima casa di produzione europea che punta su modelli dal fascino esotico: da diversi anni, ormai, la francese Citebeur si è specializzata in video hard gay a base di giovani porn performer mediorientali e magrebini di seconda o terza generazione, scoprendo peraltro la futura icona omoerotica Francois Sagat. Allo stesso tempo, però, la nuova percezione dei gay porn performer ha contribuito a creare delle situazioni alquanto imbarazzanti da gestire. L’associazione Queers Against Israeli Apartheid, ad esempio, segnala gli atteggiamenti omofobi che, a suo dire, lo Stato di Israele avrebbe nei confronti degli abitanti dei territori palestinesi occupati. Per questo sui suoi manifesti ha scelto di inserire le foto dei gay porn performer israeliani reclutati dalla Lucas Entertainment: per dimostrare come Israele avrebbe un atteggiamento ben più tollerante nei confronti dei suoi cittadini omosessuali.

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La cosa, però, non è andata giù al regista/produttore/porn performer Michael Lucas, che li ha diffidati dall’utilizzare di nuovo le immagini dei suoi ragazzi senza permesso. Incidenti diplomatici a parte, è evidente che il mondo del porno gay sta entrando in una fase del tutto nuova della sua storia, in cui i suoi simboli e i suoi protagonisti iniziano ad essere percepiti in maniera molto diversa rispetto al passato. É ancora presto per capire dove porterà tutto questo, ma sicuramente sarà molto interessante seguirne gli sviluppi.

di Valeriano Elfodiluce