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Pride: tutto pronto per la marcia. In piazza anche Amnesty

L’associazione ha fatto sapere che sfilerà contro tutte le discriminazioni subite dalle persone LGBT nel mondo. Grillini: “Corteo salutare e necessario per la libertà e la democrazia”.

Ci sarà anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, tra i fondatori di Arcigay, tra le autorità presenti a Bologna in occasione del quindicesimo Pride che si terrà domani pomeriggio a Bologna.
E il giorno prima del tanto atteso corteo, l’entusiasmo tra gli organizzatori è alle stelle, nonostante le polemiche. Non si può, però, non pensare al momento storico che l’Italia sta attraversando. "Il clima politico-sociale non è dei migliori – ammette Francesca Polo, presidente nazionale di Arcilesbica – è un momento delicato e non solo rispetto a noi, perciò credo che sarà un Pride anche di serietà e responsabilità".
Sfilando per cinque chilometri, il corteo dell’orgoglio omosessuale si preannuncia, festoso e bizzaro come al solito, ma senza dimenticare il resto. "Questo governo ci ignora, e molto di più che in passato – incalza Marcella Di Folco, leader del Movimento transessuali italiani e portavoce del Pride bolognese.
Tuttavia per la prima volta dal 1994 (anno del primo Pride italiano) domani mattina gli organizzatori saranno ricevuti ufficialmente dal sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. "E’ chiaro che avremmo preferito che venisse al Pride, ma resta comunque un segno di riconoscimento vero e importante", spiega ancora Marcella Di Folco.

Nelle ultime ore, la Sezione Italiana di Amnesty International ha fatto sapere che prenderà parte alla marcia bolognese. "Il Pride rappresenta, per gli attivisti di Amnesty, l’occasione per ribadire il proprio impegno, al fianco delle altre associazioni e Organizzazioni non governative, contro ogni forma di discriminazione a causa dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere", si legge in una nota.
La manifestazione, secondo l’associazione che si occupa di diritti umani, consentirà di sensibilizzare la società italiana sulle violazioni dei diritti perpetrate nei confronti delle persone LGBT in tutto il mondo. Amnesty International denuncia da anni, insieme alle altre, anche queste violazionicome quella che riguarda nove uomini gay detenuti e accusati di diffondere l’Hiv in Egitto, per non parlare degli abusi e dei maltrattamenti da parte della polizia nei confronti della comunità LGBT negli Stati Uniti e le continue minacce alla libertà di manifestazione e di espressione in Lettonia. Lo striscione che Amnesty porterà a Bologna recita: "Liberi ed eguali in dignità e diritti". Il messaggio che si vuole mandare è che l’orientamento sessuale e l’identità di genere, al pari di origine etnica, religione, genere, nazionalità, fanno parte dei caratteri fondamentali dell’identità umana e in quanto tali vanno tutelati come diritti umani nel senso più completo del termine.

E il 28 giugno è anche il giorno in cui ricorre l’anniversario dell’apertura del Cassero di porta Saragozza che quest’anno festeggia 26 anni di attività. Quella data segna certamente un momento fondamentale nella vita del movimento LGBT italiano. A ricordarlo, in una nota, è Franco Grillini, direttore di Gaynews. "Sono passati 26 anni esatti, un quarto di secolo nel quale una rivoluzione gentile ha cambiato per sempre la cultura e la società consentendo agli omosessuali di vivere nella visibilità – ha dichiarato Grillini -. Oggi l’ Italia è sotto la morsa di una maggioranza politica della destra clericale e risultano particolarmente difficili le battaglie per i diritti civili". Da qui la necessità del Pride, manifestazione che Grillini ha definito "salutare e necessaria per la libertà e la democrazia".

Poco prima della partenza del corteo, poi, ai Giardini Margherita, la Linfa (Lega italiana nuove famiglie), incontrerà l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e Daniela Guerra capogruppo dei Verdi al consiglio regionale dell’Emilia Romagna, in occasione di una manifestazione pubblica per ribadire l’assenza in Italia del riconoscimento giuridico per le coppie di fatto. All’incontro saranno presenti il Presidente della Linfa Alessandro Zan e alcune coppie dell’associazione.

E il Pride diventa anche l’occasione per prendere posizione rispetto all’ultima iniziativa del ministor Maroni che ha dichiarato di voler schedare, tramite le impronte digitali, tutti i rom che vivono in Italia, compresi i minorenni. "Si sta tornando alle schedature fasciste" si legge in una note del comitato organizzatore del Pride. "Il Pride di Bologna sarà una grande manifestazione democratica per i diritti civili di tutti: domani la società scenda in piazza con noi. Chiediamo a tutte le forze politiche, ai singoli, alle associazioni – recita l’appello – di prendere posizione contro fatti gravi come questo, e di vigilare sulla salute del nostro sistema democratico. Un sonnacchioso disinteresse da parte della popolazione può facilmente scivolare nel consenso nei confronti di iniziative antidemocratiche, discriminanti e ideologicamente violentissime".