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Prima condanna per propaganda gay a San Pietroburgo

Alla fine è successo. L’attivista gay Nikolai Alekseev è stato condannato a pagare una multa pari a 125 euro per aver retto un cartello con scritto “l’omosessualità non è una perversione”.

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Primo condanna in base alla legge locale sulla propaganda gay. Per una corte di San Pietroburgo l’attivista per i diritti gay Nikolai Alekseev ha violato il divieto cittadino alla propaganda dell’omosessualità. Il giudice ha multato Alekseev di 5.000 rubli, poco meno di 125 euro. La partita che si apre adesso è quella del ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo.

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I giudici russi hanno ritenuto che il picchetto in solitaria all’esterno del Municipio (l’edificio storico indicato come Smolny) lo scorso 12 aprile fosse propaganda delle relazioni omosessuali tra minorenni. L’attivista reggeva un cartellone con la scritta: "L’omosessualità non è una perversione. Perversione è l’hockey sull’erba o il balletto sul ghiaccio" ma Alekseev ha negato tutte le accuse di propaganda dell’omosessualità. Ha detto che voleva dimostrare che l’omosessualità non è una malattia e che gli omosessuali hanno gli stessi diritti delle altre persone.

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La situazione sta facendosi molto complicata in Russia. I deputati del consiglio comunale di Mosca stanno discutendo l’adozione di una legge anti-gay simile a quella già in vigore a San Pietroburgo. Non solo. Nella capitale hanno addirittura intenzione di ampliare il suo campo di applicazione, vietando ogni tipo di "propaganda sessuale", e spingendo l’iniziativa pure a livello federale. "A livello federale sarà difficile" ha risposto Alekseev a TMNews. "Certo a Mosca, intendo a livello locale, tutto è possibile". Il 27 maggio ci sarà il Gay pride a Mosca. "Lo faremo anche a San Pietroburgo – nonostante la legge – il 7 luglio", ha annunciato l’attivista, ben conscio delle ulteriori difficoltà che ci saranno.