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Questione di coscienza

Ultimo appuntamento con Don Narciso prima delle vacanze. I vostri interventi sul forum commentati dal prelato più friendly che c’è.

Ultimo appuntamento con don Narciso prima delle vacanze (nostre, non sue). Gli diamo appuntamento a settembre ma ne approfittiamo intanto per discutere degli interventi sul forum. Un lettore si chiede: Perchè illudersi di essere amati in una chiesa che ci disprezza? Si può essere cristiani senza essere cattolici. Un altro è rimasto sconvolto da un’omelia sul peccato: Mi sono sentito escluso e impotente… Non sono degno di stare qui? Ma Dio è anche mio ed io sono suo!!!. Un terzo dice: Nella fede non c’è nulla contro i gay, sono interpretazioni di alcuni nel corso della Storia. Ma un prete, che spesso confessa persone discriminate (per ignoranza o intransigenza), consiglia di non arrendersi, cercare anche tra i preti persone che nel nome di Cristo ti sappiano accogliere. Solo chi fa di tutto per distruggere la vita e la dignità delle persone non può ottenere la comunione in Cristo.

Don Narciso: Data la prescrizione tradizionale di confessarsi prima della comunione, molti preferiscono confidarsi con un prete. Abbiamo già consigliato di cercarne uno non ostile. Insisto però sul bisogno assoluto indicatoci da Gesù di ricevere la comunione in vista della vita eterna e sulla grande responsabilità che si assumono i preti nel negare la comunione a quelli che loro giudicano indegni.

Flavio Mazzini: Don Emiliano cita Gesù: Prendete e mangiatene tutti… Tutti ha un significato preciso. Come dice San Paolo, ciascuno esamini se stesso e poi mangi di questo pane. Anche Viviana cita san Paolo: Io neppure giudico me stesso: il Signore è il mio giudice. Secondo lei il desiderio della comunione può essere suscitato solo da Cristo, che non è un premio esclusivo per i bravi.

Don Narciso: Molti applicano le parole del capitolo 11 della I epistola di Paolo ai Corinzi, divenute moneta corrente dopo la riforma luterana, e accettate da certi autori cattolici, in seguito sconfessati: [26]Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. [27]Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. [28]Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; [29]perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. [30]È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. San Paolo non si riferiva all’indegnità degli atti sessuali, ma al non prendere sul serio l’eucaristia. Resta la sua affermazione dell’esaminare se stessi e decidere da soli se fare la comunione o meno.

Flavio Mazzini: Un altro lettore si chiede invece: Se la masturbazione è considerato un atto impuro nella Bibbia, un cardinale o un papa che si masturba non è uguale a un generale della guardia di finanza che evade le tasse o a un comandante dei carabinieri che sniffa coca?

Don Narciso: Molti prendono la questione alla leggera. Intanto, in nessun posto della Bibbia si parla di masturbazione. Nel famoso sesto comandamento della legge di Mosè (Esodo e Deuteronomio) si parla di adulterio e niente altro. E nemmeno il nono comandamento si riferisce a pensieri impuri, ma piuttosto al desiderio sfrenato della moglie altrui, che rende infelici e capaci di commettere un delitto. Nel capitolo 15 del Levitico si afferma che ogni flusso di sperma rende l’uomo impuro e inadatto al culto e alla vita sociale durante una giornata. Non si parla di moralità ma di purezza fisica: comprende anche i rapporti fra marito e moglie. Questa era la prassi ai tempi di Davide: quando egli non si presentò al pranzo del re Saul, questi ne interpretò l’assenza in questo senso. Col tempo si passò dal pranzo degli ebrei alla comunione dei cristiani. In certe epoche la masturbazione si ignorava o tollerava, in altre si era molto severi. Nell’800 il medico francese Tissot la considerava causa di molte malattie. Per l’Enciclopedia Sovietica era un vizio. I confessori diventarono tremendi: peccato mortale con obbligo di confessione prima della comunione. Molti seminaristi disperati furono invitati dal confessore a cambiare vocazione. Con la rivoluzione sessuale americana e il Concilio Vaticano II si cominciò a considerarla un fenomeno naturale di responsabilità meno grave e di solito non si fanno più le domandine insidiose di una volta. Molti però la considerano ancora un disordine, dato che per praticarla ci vuole una finzione, ossia una menzogna a se stessi.

Flavio Mazzini: Permetti a me l’ultima domanda: ma tutta questa intransigenza delle alte gerarchie ecclesiastiche non stona con certe loro ostentazioni? Gesù pare fosse più sobrio anche nel vestire…

Don Narciso: Certo che il lusso dei nostri gerarchi contrasta assai con la povertà del Maestro di Nazareth. In nome di una tradizione si va contro il Vangelo. Che bisogno c’è di mettersi sulla testa un copricapo, brutta imitazione delle mitre dei sacerdoti pagani, se non del faraone di Egitto, o di portare in mano un sbarra di metallo, che ricorda più il caduceo di Mercurio, quando si parla delle beatitudini, programma essenziale di povertà e umiltà? Madre Teresa e Francesco d’Assisi sono stati più coerenti. Ma tante cose nella prassi clericale contraddicono le parole di Gesù, che, per esempio, dice di non chiamare nessuno "padre", perché uno solo è il Padre dei Cieli. Eminenza o eccellenza sono titoli antiquati, che stonano con la nostra epoca, figuriamoci quando si parla del "santo padre". Solo Dio è santo. Anche l’accumulo di danaro da parte delle comunità religiose è antievangelico: offende i poveri e induce a non credere alla nostra predicazione. Per non parlare delle laute vacanze dei discepoli di chi non aveva dove riposare la testa, mentre molte persone comuni nemmeno possono permettersele. Una buona parte del popolo di Dio non capisce e si allontana. Cosa si attende per adeguarsi al Vangelo e rendersi credibili?

Don Narciso è un vecchio prete romano, come ce ne sono tanti, cosciente di aver sempre voluto seguire il messaggio di amore di Cristo, anche quando è in disaccordo coi vertici della Chiesa e con la loro crescente omofobia. Ha accettato, pur mantenendo uno stretto anonimato, di aprire un dialogo con i lettori di Gay.it. Chiunque sia interessato, può scrivere a Flavio Mazzini, che gli rivolgerà tutti i vostri pensieri e le vostre domande.

di Flavio Mazzini