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"NIENTE SU MIA MADRE"

Intervista esclusiva a Chastity Bono, la figlia di Cher. Che fa la scrittrice ed è stata ospite al ToGay Festival. Ecco i retroscena del suo coming out: "Con mia madre è stato difficile".

TORINO. Non è una persona facile, Chastity Bono. E a guardarla, al primo acchito, non sembra affatto la figlia di Cher (a patto che si possa trovare una somiglianza dopo gli infiniti interventi di chirurgia plastica a cui si è sottoposta la madre). Robustissima, bassa, la tipica ‘butch’ americana con capello molto più corto di come appare nelle foto ‘ufficiali’, un viso che sembra vagamente sofferente (ma al momento dell’intervista pare che fosse influenzata) e costantemente imperlato di sudore. Osservandola meglio, invece, si nota che gli occhi sì, sono i suoi, quelli di Cher: ravvicinati, tondeggianti, splendenti. Un nome non facile da portare – significa ‘Castità’, dal nome della protagonista del film omonimo scritto dal padre e interpretato dalla madre nel 1969 per la regia dell’italoamericano Alessio De Paola – e la pesante eredità mediatica di chi è figlio di una coppia di celebrità dello show business americano (il cantante Sonny Bono è mancato in un incidente sciistico sulle nevi di Aspen nel 1998).

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Ospite del XVII Festival Gay ‘Da Sodoma a Hollywood’ di Torino – pare che abbia preteso una suite con vasca idromassaggio e un accompagnatore a disposizione 24 ore al giorno – dove è arrivata con l’inseparabile fidanzata mascolina Anastasia Kardashian (in foto con lei) che supervisionava ogni incontro della compagna, si è concessa a un’intervista esclusiva a Gay.it con le raccomandazioni dell’ufficio stampa di ‘evitare domande sulla madre’.

Lei è autrice di un libro che si chiama ‘Family Outing’, una raccolta di storie di coming out, compresa la sua. Quando ha fatto il suo coming out e qual è stata la reazione dei suoi genitori?

A 13 anni mi sono dichiarata a me stessa. Durante le scuole superiori ho fatto il mio coming out con i miei amici. A 18 l’ho detto in famiglia. Mio padre ha reagito bene, mi ha sostenuto. Con mia madre è stato più difficile. C’è voluta una settimana solo perché elaborasse che cosa significava realmente. Poi il mio rapporto con lei è migliorato. Non è assolutamente un rapporto oppressivo. Il coming out è stato utile anche per me: sto meglio, ho più fiducia in me stessa.

E il suo coming out pubblico a quando risale?

Al 1995, in un’intervista al mensile gay americano ‘The Advocate’ (nel numero di aprile, n.d.r).

Mi parli un po’ della sua professione di scrittrice. Ha qualche progetto in corso?

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A giugno uscirà in America il mio nuovo libro, il terzo. Si chiama ‘The end of innocence’ (‘La fine dell’innocenza’, n.d.r.). Parla della mia esperienza dell’industria musicale. Con la mia band ‘Ceremony’, di cui ero cantante, autrice e percussionista, pubblicammo un album nel 1993 dal titolo ‘Hang out your poetry’ (‘Tira fuori la tua poesia’, n.d.r.). Ora non canto più. Nel libro parlo anche del periodo più difficile della mia vita, la malattia della mia fidanzata Joan. Joan aveva una forma particolare di cancro, il linfoma di Hodgkin. E’ una malattia molto strana. Visse per molti anni senza che la malattia le modificasse la vita in modo particolare, poi ci fu una mutazione del virus che divenne improvvisamente molto aggressivo. Era il 1993. Fu davvero tremendo.

Lei è anche un’attivista gay. Ha collaborato con la GLAAD (Gay and lesbian Alliance Against Defamation, n.d.r.) e col National Coming Out Project per la Human Rights Campaign. Quali sono i suoi impegni attuali a questo proposito?

Non sono molto attiva adesso. Giro molto per colleges per parlare di coming out e dell’importanza dell’accettazione e della comprensione da parte delle famiglie. Per il resto ho ridotto i miei impegni nell’attivismo gay.

Com’è la situazione per i gay in America col governo di Bush? E’ cambiato qualcosa?

La situazione è peggiorata. Soprattutto dopo il terrorismo e la guerra c’è meno attenzione per i problemi degli omosessuali. Per esempio in Texas ci sono delle leggi omofobe tremende. E’ molto difficile fare delle leggi pro gay adesso in America. Io per esempio sono per l’adozione dei bambini da parte degli omosessuali e in alcuni casi negli Usa è già una realtà ma il problema è la legislazione, ancora molto indietro.

Lei non parla volentieri di sua mamma. Mi può dire qualcosa del vostro rapporto?

Abbiamo due vite indipendenti e facciamo cose indipendenti. Lei ha la sua vita e io la mia. Ci sentiamo spesso, comunque. Io non influenzo minimamente la sua vita professionale né partecipo alle sue scelte artistiche. E viceversa. Ho un ottimo rapporto anche con i miei fratellastri e sorellastre, quattro in tutto.

La stampa si è dimostrata invadente nella vostra vita privata?

No, direi di no. Ho un buon rapporto con la stampa.

E’ passata alla storia una puntata dello show di Oprah Winfrey a cui ha partecipato con sua madre Cher. Mi può dire qualcosa di quell’esperienza?

Era il 1998. Io ero lì semplicemente per promuovere il mio libro. Non ho fatto rivelazioni in quell’occasione, ero già ‘outed’ da anni. E poi sono stata in tv molte volte, da piccola apparivo in ‘The Sonny and Cher Comedy Hour’ con i miei genitori.

La sua vita è cambiata dopo che sua madre ha vinto l’Oscar? (per ‘Stregata dalla luna’, n.d.r.) Che cosa ha rappresentato per lei?

Assolutamente no. La mia vita ha continuato a essere la stessa e anche quella di mia madre.

Che cosa pensa del Festival Gay? Era già stata a Torino?

Il Festival Gay mi piace molto. E’ la prima volta che vengo a Torino ma in Italia sono già stata diverse volte.

Quest’intervista è per il sito gay.it, il più visitato sito gay italiano. Qual è il suo rapporto con Internet?

Sono assolutamente ignorante in tutto ciò che riguarda i computer. L’unica cosa che faccio con il pc è scrivere i miei libri.