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QX INTERVISTA BARBARA PALOMBELLI

La famosa giornalista e scrittrice risponde alle domande del nostro magazine e con la consueta schiettezza dice la sua sul World Gay Pride, sui pericoli della destra, perfino su come reagirebbe se suo figlio fosse gay. E invita i lettori a continuare la discussione sul suo sito Internet…

QX. Secondo lei si farà il World Gay Pride a Roma, ora che il centrodestra si è assicurato la presidenza della regione Lazio e Storace insiste per rimandarlo? Qual è la sua opinione personale sull’opportunità della manifestazione?

Barbara Palombelli. Si deve fare… La forza delle proprie idee e dei propri valori non può essere messa in crisi dalle idee altrui: è la regola numero uno della tolleranza… Sono da sempre contro i proibizionismi, i razzismi e le discriminazioni, mi auguro che alla fine la manifestazione si svolga in un clima sereno: non serve a nessuno dimostrare con aggressività contro il Vaticano ( o contro i Gay, o contro altri…). Insomma, vale per tutti il ragionamento di cui sopra: se vuoi vivere in un paese civile e realizzare pienamente i tuoi diritti e la tua dignità, devi rispettare la fede, gli ideali e anche i tabù degli altri… Detto questo, voglio dire chiaramente la mia opinione: questi cortei non fanno che alimentare un’immagine ridicola, spettacolare e volgare della scelta e delle identità omosessuali. I fotografi scatteranno all’impazzata immagini che serviranno ai nostri giornali per illustrare tutti i fatti di cronaca che riguarderanno omosessuali, rendendo il tutto un circo. Posso dire che tutto questo mi dispiace?

QX. Un ragazzo gay le ha scritto, su ‘Repubblica’, preoccupato che l’avanzata della destra in Italia potesse limitare la sua libertà. Può rispondere ai lettori di QX che nutrono la stessa preoccupazione?

B.P. Non si può generalizzare… Credo che in Forza Italia ci siano posizioni più aperte e libertarie, mentre in An persistano davvero pregiudizi gravi e irresponsabili: sarebbe ora che Fini e Storace facessero una Fiuggi sui diritti civili… Quanto alla Chiesa e al suo appoggiare la destra in chiave anti-Gaypride, mi sembra un arroccamento che indebolisce la sua stessa immagine universale, più alta e più grande delle polemiche cittadine del prossimo luglio.

QX. Secondo lei la cultura di sinistra è ancora la roccaforte dei diritti civili? Le chiedo questo perché non sono pochi i gay che votano a destra e ad alcuni sembra quasi una contraddizione in termini…

B.P. Mi piacerebbe che il voto e le idee politiche fossero sganciati dalla identità e dai gusti personali/sessuali. La sinistra deve smetterla di inseguire la destra e riprendere a rappresentare con orgoglio il suo popolo e forse ha trascurato un po’ il cammino dei diritti. Per questo, da Repubblica e dal mio sito, ho aderito all’appello per una rapida approvazione della legge Vendola contro le discriminazioni… sapete di che parlo!

QX. La componente cattolica nella coalizione di sinistra, a suo parere, è limitante? Ovvero: si può ancora identificare la sinistra con le posizioni progressiste in tema di lotte sociali e civili?

B.P. Io vorrei distinguere fra i valori cattolici evangelici e i comportamenti pratici delle varie aree italiane/politiche che gravitano attorno al presunto mondo cattolico romano. I valori cattolici a cui la sinistra deve fare riferimento sono quelli della totale e assoluta solidarietà umana. Su quel terreno non esistono conflitti… tutti i giorni, in carcere come fra i malati di aids, nel mondo del volontariato e nell’universo delle missioni, i valori cattolici autentici realizzano in pieno i diritti dei senza diritto. Quello che viene spesso riprodotto in piccolo, nell’angusta visione politichese, è un mondo che per fortuna non rispecchia l’universo cristiano che ho conosciuto nel mondo, pur con tutte le sue contraddizioni…

QX. Berlusconi e il centrodestra non fanno altro che richiamarsi alla Spagna di Aznar, dove però un governo di destra non ha impedito alla Catalogna di dotarsi di una fra le leggi più avanzate d’Europa in materia di unioni di fatto e fecondazione assistita. Da sinistra, invece, sono insistenti i paragoni fra l’Italia del trio Bossi-Fini-Berlusconi e l’Austria di Haider, xenofoba e razzista. Qual è la sua opinione?

B.P. Ripeto. Non bisogna aver paura dei diritti e delle libertà altrui… spero che la destra diventi liberale, ma non mi faccio troppe illusioni, gratta gratta spunta sempre lo zampino…

QX. La domanda le potrà sembrare sciocca, ma molti gay che continuano a nascondersi pensano che anche i personaggi più progressisti e famosi per la loro apertura mentale capitolerebbero di fronte a un figlio omosessuale. Sia schietta e sincera: se uno dei suoi figli le confidasse un giorno di essere gay, o le presentasse il suo ragazzo, lei come reagirebbe?

B.P. Devo essere sincera: se tutto questo accadesse all’estero, nei paesi più avanzati del nostro, da brava mamma apprensiva, starei più tranquilla… In Italia esiste una falsa tolleranza nei confronti dei Gay: se sei uno stilista o un giornalista, uno scrittore o un critico d’arte, tutti a omaggiarti… se magari sei una persona normale, si prepara una vita piuttosto rischiosa (vedi la misteriosa catena di omicidi…)

QX. Secondo lei, richiamarsi ancora al concetto di famiglia tradizionale come baluardo per la difesa dei valori sociali è: A)giusto e opportuno B)discriminante e anacronistico C)inevitabile

B.P. Inevitabile, anche se mi chiedo spesso quale sia il significato di “tradizionale”.

QX. Ci saluta con una piccola dedica, un augurio, o anche una critica?

B.P. La mia dedica personale è questa: vi offro uno spazio permanente nel mio sito, se vorrete… così continueremo a parlare di diritti, di vita, di tutto… grazie davvero a voi!

Sito internet: www.barbarapalombelli.com

di David Fiesoli