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Raid camorrista contro gay a Napoli

Proseguono gli episodi di aggressione in Piazza Bellini, luogo di ritrovo glbt a Napoli. La Sottosegretaria alle Pari Opportunità Linguiti: “Troppa omofobia. La legge contro le violenze non basta.”

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In Piazza Bellini, storico punto di ritrovo dei gay di Napoli, negli ultimi tempi si susseguono veri e propri raid compiuti da ultra della squadra del Napoli appartenenti all’estrema destra. «La colpa è anche delle dichiarazioni del sindaco di Capaccio» affermano Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay e Salvatore Simioli, presidente Arcigay di Napoli

L’ultimo episodio risale a ieri, quando un commando di 20 persone in motocicletta e armato di mazze da baseball ha aggredito dei ragazzi gay, anche questa volta in piazza Bellini. «È l’ennesimo episodio perpetrato ai danni della comunità gay di Napoli, ed è necessario rispondere con la massima fermezza perseguendo gli aggressori e concedendo all’Arcigay locale, oggetto negli ultimi mesi di intimidazioni e aggressioni ripetute, la massima protezione». A dirlo  è la Sottosegretaria per i Diritti e le Pari Opportunità Donatella Linguiti.

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«La legge contro la violenza sessuale, licenziata da questo Ministero – prosegue la Sottosegretaria –  contiene norme specifiche relative ai crimini per motivi di orientamento sessuale, dunque una sua approvazione in tempi rapidi sarebbe auspicabile. Tuttavia sappiamo che l’estensione della legge Mancino sulle discriminazioni all’orientamento sessuale non è sufficiente ad arginare l’inquietante ondata di intolleranza di cui è vittima la comunità glbt; la previsione di un nuovo reato, per quanto simbolicamente importante, non produce di per sé nuova cultura. E l’omofobia dilagante è  una vera e propria emergenza, per fronteggiare la quale occorre diffondere una cultura del rispetto delle diversità, del rifiuto della violenza come la risposta più facile alla  paura che ogni confronto con la differenza,  sessuale, etnica, religiosa, culturale, comporta. È necessario che questa diventi una priorità in tutti i luoghi di formazione, a  cominciare dalla scuola, così come è auspicato in tutte le Raccomandazioni, europee ed internazionali, che da noi continuano ad essere liquidate come espressione di  buoni propositi».

«Nel  nostro Paese  assistiamo ormai quotidianamente  ad una spirale  inarrestabile – conclude Linguiti di comportamenti intolleranti e violenti, ormai vissuti con assuefazione,  che devono essere al contrario condannati senza alcuna riserva. E’ importante che le risposte delle istituzioni e della  società civile siano inequivocabili: ferma condanna degli episodi criminosi e solidarietà ai soggetti colpiti».