Ratzinger: "Condom inutile contro la diffusione dell'Aids" - papa africaBASE - Gay.it Archivio

Ratzinger: “Condom inutile contro la diffusione dell’Aids”

In viaggio verso il Camerun, Benedetto XVI torna a parlare Aids. Per il Pontefice la soluzione è il “rinnovo spirituale della sessualità”. “Sconsiderato e preoccupante”, dicono le associazioni lgbt.

"E’ una tragedia che non si può superare solo con i soldi, non si può superare con la distribuzione di preservativi, che anzi aumentano i problemi". Con queste poche e lapidarie parole Benedetto XVI ha liquidato la questione dell’epidemia di HIV/AIDS che affligge il continente africano e soprattutto le regioni sub sahariane in cui si concentra il 67% del totale delle persone infette da HIV e il 90% dei bambini. Secondo il Papa, che mentre scriviamo atterra in Camerun, la soluzione contro quella che è considerata la peste dei giorni nostri, sarebbe "rinnovo spirituale e umano nella sessualità". E a niente valgono le allarmanti cifre che giungono ormai da tutto il mondo, non ultimi gli Usa, prorio ieri, con una percentuale del 3% di persone infette, per non parlare del fatto che la totalità di organizzazioni sanitarie, governative e non, raccomandano l’uso del preservativo come unico mezzo per tutelarsi da un possibile contagio. Il tutto, poi, suona ancora più tragico se pensiamo che questep arole sono state pronunciate durante la conferenza stampa che Ratzinger ha tenuto sull’areo che lo stava portando in Africa.

"L’Aids ha cancellato intere generazioni di genitori ed una delle piaghe della malattia sono le migliaia di orfani, molti dei quali sieropositivi – scrive in una nota il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli -. Le cure sono costose e non sempre disponibili, i progetti rari ed incompleti, la prevenzione rimane uno dei pochi se non l’unico mezzo per contrastare le cifre tragiche di questa pandemia". (nell’immagine la mappa della diffusione dell’AIDS nel mondo: le aree a concentrazione maggiore sono indicate con colori più scuri, ndr) Il circolo romano continua la sua critica definendo questo atteggiamento "sconsiderato e preoccupante" e il Pontefice come "detrattore dell’unico reale strumento di prevenzione a nostra disposizione". "Le parole di Benedetto XVI – continua il comunicato del Mieli – suonano come  l’ulteriore ed incomprensibile arroccamento del Vaticano e della Chiesa Cattolica su posizioni colpevoli che ostacolano la diffusione della prevenzione in un continente martoriato dall’epidemia di Aids come l’Africa".

Di cattiva informazione, invece, parla Di’Gay Project. "Le dichiarazioni rilasciate dal Pontefice lasciano esterrefatti – fanno sapere dall’associazione presieduta da Imma Battaglia -. Prima di propagandare i valori cattolici, anche il Pontefice dovrebbe rendersi conto che l’uso dei preservativi è il primo mezzo concreto per evitare il contagio da HIV. Le parole del Papa così altisonanti fanno cattiva informazione non solo riferite alla piaga dell’AIDS nel continente africano, ma anche verso una corretta informazione in Italia e nei paesi occidentali, dove anche grazie a precise campagne sulla contraccezione si è riusciti a limitare L’Aids".
E proprio in tema di prevezione, Di’Gay Project sta per lanciare un nuovo progetto annunciando come imminente l’apertura del sito web www.stopaids.it, realizzato  con il sostgno della Regione Lazio. Scopo del portale sarà fare da "multicanale d’informazione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, prime fra tutte, l’HIV".

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"Il no del Papa cattolico, ribadito in occasione del suo viaggio in Africa, il continente più colpito della pandemia, rappresenta un fatto grave e irresponsabile – ha commentato Franco Grillini, ex deputato socialista  e direttore di GayNews -. Ancora un volta si evidenzia la responsabilità non solo morale, ma anche diretta, della chiesa cattolica nella mancata prevenzione alla diffuzione dell’hiv. L’opposizione del Vaticano ai profilattico è arrivata persino alla promozione in Africa dei roghi pubblici dei preservativi".
"La verità  – conclude Grillini – è che la sessuofobia cattolica rappresenta uno degli ostacoli principali alla prevenzione dell’Aids e da questo punto di vista le responsabilità storiche del Vaticano sono enormi".