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Reato di omofobia: la Concia ci prova

Inizia oggi la discussione sull’introduzione dei reati di omofobia e transfobia. L’onorevole del PD dovrà mettere d’accordo maggioranza e opposizione. E i cattolici di entrambi gli schieramenti.

«Inizia oggi la marcia parlamentare di un provvedimento che colpisce chiunque discrimini, offenda o aggredisca un essere umano sulla base del suo orientamento sessuale.» Può essere sintetizzato con queste parole dell’on. Paola Concia il provvedimento che mira a introdurre anche in Italia il reato di omofobia di cui lei stessa è relatrice.

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La proposta di legge, che si compone di un unico articolo, inizia oggi l’iter parlamentare con la discussione del testo in Commissione Giustizia. Il ruolo dell’onorevole non sarà semplice. La deputata del PD dovrà infatti tentare di cucire quegli strappi fra maggioranza e opposizione che nelle passate legislature affossarono il provvedimento. «Il rispetto dei diritti umani e dei diritti civili sono patrimonio essenziale di ogni democrazia e non possono essere moneta di scambio tra partiti di destra e sinistra» dirà la Concia in Commissione.

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Ma il consenso trasversale cui mira l’onorevole dovrà per forza passare anche dai cattolici. «Poiché credo nel valore educativo del reciproco riconoscimento – dirà la Concia nella sua relazione introduttiva in Comissione -, chiedo ai deputati cattolici di ogni schieramento di scommettere su un possibile dialogo poggiando la comune riflessione sullo spirito inclusivo del messaggio cristiano».

La proposta di legge mira a un’estensione della legge Mancino, un testo del 1975 che aggrava la pena per i reati motivati dall’odio etnico, religioso e razziale. L’articolo della proposta Concia mira ad estendere le sanzioni anche per chi è spinto a delinquere (o incita a farlo) per un odio «omofobico e transfobico».

Fra il 2006 e il 2007, i reati di questo tipo sono stati, secondo Arcigay, 42: 11 omicidi, 23 casi di violenza, 8 atti vandalici. Un’indagine sulla diffusione del fenomeno omofobia in Italia era stata finanziata dall’ex ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastirni, ma i soldi sono stati bloccati per ordine del ministro in carica Mara Carfagna.