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Referendum su nozze gay in Slovenia

Gli sloveni saranno chiamati a votare per le nozze gay, domenica, con un referendum. La campagna elettorale ha diviso in due il paese che sembra orientato a dare il via libera alla riforma.

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Urne aperte dalle 7 alle 19 di domenica 25 marzo per gli 1,7 milioni di sloveni chiamati ad esprimersi a favore o contro l’entrata in vigore del nuovo Codice della famiglia che introduce il matrimonio tra coppie gay. La forte opposizione della Chiesa e dei gruppi conservatori ha dato a questo referendum i contorni di uno "scontro culturale" nel Paese. Considerevole, poi, anche il peso politico della consultazione popolare, considerando che il nuovo Codice della famiglia venne approvato dalla legislatura di centrosinistra, sfiduciata a fine 2011, alla quale è succeduto l’attuale governo, guidato dal premier di centro destra, Janez Jansa. La Legge attribuisce alle coppie omosessuali registrate "lo stesso status legale del matrimonio".

Limita però, nell’ambito di una coppia gay, la possibilità di adozione alla sola circostanza in cui "un membro dell’unione adotti il figlio dell’altro membro". Ma per il fronte dei ‘no’ – promotore del referendum, grazie alla raccolta delle 40.000 firme necessarie – la nuova Legge sulla famiglia "non rispetta i diritti fondamentali dei bambini", in quanto "favorisce il mercato di neonati e lo sfruttamento di donne povere".

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Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano ‘Delo’, il 60% dei votanti darà via libera al matrimonio gay, mentre il 40% voterà contro. L’Arcivescovo di Lubiana, Anton Stres, ha personalmente criticato il nuovo Codice e da parte del mondo cattolico l’appello è ad una "partecipazione di massa per votare contro" il matrimonio gay. "Questo referendum è un tipico caso di scontro culturale in cui si è chiamati a decidere delle persone e dei loro destini", osserva Vlado Mijeljak, docente di psicologia all’Università di Lubiana. "Per questo – aggiunge – la Chiesa è così coinvolta nella campagna, nonostante sia consapevole che il Codice (della famiglia) non introdurrà grandi cambiamenti".

Sul fronte politico, la vittoria del ‘sì’ suonerebbe come un’importante, seppur simbolica, rivincita per il centro sinistra, dopo la sfiducia dello scorso dicembre. Ciò è particolarmente vero per l’ex sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic, che, sempre domenica, è dato vincente alla corsa per sindaco della capitale. Da questa carica l’imprenditore ‘con il cuore a sinistra’ si era dimesso per correre e alle legislative anticipate di dicembre scorso, con il suo neo fondato partito ‘Slovenia positiva’. Nonostante la sua vittoria relativa a sorpresa, Jankovic, incapace di formare una coalizione di governo, ha dovuto cedere il passo al suo rivale di centro destra, l’attuale premier Jansa. A Lubiana è attesa un’affluenza alle urne del 44%. In caso di bocciatura del nuovo Codice della famiglia, la legge slovena prevede che la questione non possa essere discussa in parlamento per i successivi 12 mesi.